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SPIGOLATURE ECUMENICHE DELLA MISSIONE IN SIERRA LEONE

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Si avvicina la “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani” (18-25 gennaio 2015). Il tema di quest’anno ruota attorno al dialogo di Gesù con la samaritana: “Dammi un po’ d’acqua da bere” (Gv 4,7). Un’occasione per ripensare la missione in chiave ecumenica: verso una testimonianza comune tra i cristiani divisi. È stato anche il tema della recente “settimane culturale” dei Missionari Saveriani in Italia ed Europa, realizzatasi a Tavernerio (Como) nei giorni 2-5 gennaio 2015: “Missione e dialogo ecumenico in Europa” (vedi sotto il programma). Vi ha partecipato anche mons. Giorgio Biguzzi, vescovo emerito di Makeni (Sierra Leone), che, stimolato dalle relazioni e riflessioni della “settimana”, ci propone le seguenti “Spigolature ecumeniche della missione in Sierra Leone”. Un invito a tutti/e i/le missionari/e a rileggere la propria esperienza missionaria in chiave ecumenica.

La Sierra Leone è una nazione dove l’ecumenismo pratico e la pacifica convivenza interreligiosa sono felicemente di casa. Senza nascondere che qualche volta si sono registrate tensioni e pressioni su individui e gruppi di altre comunità religiose, voglio raccontare episodi di stima, aiuto reciproco e testimonianza comune della fede cristiana.

Anzitutto le scuole. In Sierra Leone gran parte delle scuole sono condotte con una specie di co-gestione Governo-Agenzie educative, quali Chiese cristiane o organizzazioni musulmane. Il governo paga i salari degli insegnanti e regola l’insegnamento secondo l’Education Act del 2004. È previsto l’insegnamento della religione cristiana o musulmana, a scelta dell’agenzia che dirige la scuola. Nelle scuole, anche quelle dirette dalla Chiesa cattolica o da Chiese protestanti, insegnanti e studenti spesso appartengono a differenti Chiese o agenzie musulmane. Nelle scuole dirette da cristiani, l’insegnamento della religione cristiana è sostanzialmente uguale e, generalmente, gli studenti continuano a praticare la loro religione.

Durante la guerra. Gli anni della guerra (1992-2002) hanno visto cattolici e protestanti lavorare insieme per la pace, essendo il gruppo motore del Consiglio Interreligioso della Sierra Leone. Questo comune impegno a favore di tutti continua ora nella lotta al flagello dell’Ebola.

Alcuni gesti significativi. Ci sono stati alcuni gesti significativi di rispetto e comunione fraterna. Nel 2000 per il Grande Giubileo la diocesi di Makeni organizzò la partecipazione di alcune decine di giovani alla GMG di Roma. Fu invitato a partecipare un pastore protestante e se ne sostennero le spese. Più avanti, l’ambasciata statunitense offrì l’occasione di una visita negli Usa per un breve corso. Il vescovo propose che l’opportunità fosse offerta a un pastore protestante.

Nei primi anni del nuovo millennio, la diocesi di Makeni organizzò e finanziò un pellegrinaggio a Roma dei Paramount Chiefs (Grandi Capi) sia cattolici che protestanti. Tutti ebbero modo di stringere la mano al Santo Padre Giovanni Paolo II. Al ritorno furono accolti con grandi onori dai loro sudditi.

 Per non far pesare la forza economica e la superiorità numerica della Chiesa cattolica, la diocesi di Makeni ha offerto una borsa di studio per un Master Degree in Italia ad un giovane della Wesleyan Church of Sierra Leone (un ramo metodista). Al giovane, che per riconoscenza era disposto a passare alla Chiesa cattolica, fu chiesto di rimanere nella sua Chiesa wesleyana.

In un villaggio del Nord dove da anni esisteva una scuola protestante, il Grande Capo richiedeva con insistenza l’apertura di una scuola cattolica perché la scuola protestante era cadente. P. Antonio Guiotto, parroco, per non dividere la comunità cristiana, aiutò finanziariamente i protestanti locali a ricostruire la loro scuola e rifiutò di erigere un’altra scuola sotto la direzione della parrocchia cattolica.

Missione comune. Ci sono stati, e ci sono ancora, momenti di evangelizzazione comune. Per fermare la diffusione dell’AIDS, per esempio, ed educare la gente alla responsabilità e ad una maggior conoscenza dei fatti, si sono preparate insieme delle omelie sia per le chiese cristiane, cattoliche e protestanti, sia per le moschee, attraverso la collaborazione tra pastori, imam e preti cattolici.

Venerdì Santo. Nella città di Makeni, già da vari decenni, l’evento ecumenico pubblicamente più rilevante avviene nel giorno del Venerdì Santo, che in Sierra Leone è anche festa civile. I membri del locale Consiglio delle Chiese, di cui fa parte la Chiesa cattolica, preparano in anticipo il programma di letture bibliche, canti, preghiere. L’omelia viene tenuta a turno da differenti pastori o sacerdoti. Si raccolgono offerte per sostenere il Consiglio o per scopi particolari. Al mattino del Venerdì Santo i membri delle varie comunità cristiane partono in processione dalle loro chiese e convergono verso lo stadio comunale attraversando al città da varie direzioni. Alle ore undici ha inizio il servizio ecumenico. È un momento di grande gioia e intensa comunione cristiana. In una città a maggioranza musulmana, questo incontro ecumenico diventa una forte testimonianza di unità fra cristiani e di rafforzamento della fede dei cristiani stessi. Simili incontri e testimonianze ecumeniche avvengono anche in altre città e paesi della Sierra Leone. 

Ut unum sint, ut mundus credat (che tutti siano una cosa sola… perché il mondo creda: Gv 17,21).

  • mons. GIORGIO BIGUZZI, Vescovo emerito di Makeni (Sierra Leone)
  • Brescia, 7 gennaio 2015

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