Skip to main content

MALI / UN’ALTRA VIA PER LA PACE NEL SAHEL

Condividi su

Mentre in diversi paesi del Sahel si teme un’emulazione armata dei gruppi jihadisti dopo la vittoria dei Talebani in Afganistan, in Mali i principali leader religiosi si incontrano per cercare nuove vie per la pace. All’iniziativa dell’imam Mahmoud Dicko, molto influente nel paese, hanno aderito il card. Jean Zerbo, arcivescovo di Bamako, Nouh Ah Infa Yattara, delegato generale delle Chiese protestanti evangeliche del Mali, Cherif Ousmane Madani Haidara, presidente dell’Alto Consiglio islamico del Mali. Scopo dell’incontro: unire tutte le forze religiose per incoraggiare il popolo maliano, o meglio le varie etnie del paese, ad uno sforzo comune per risolvere le tante crisi che stanno indebolendo il paese e ritrovare così al più presto la pace e la coesione sociale. 

In un paese al 95 per cento musulmano e con meno del 5 per cento di cristiani, di cui solo 2 per cento cattolici, è sempre stato desiderio della società civile vedere i leader religiosi tessere un organismo di dialogo che spinga verso l’unità del paese e non esasperi le già numerose divisioni. In questo clima di divisione armata, culturale e religiosa, sarà importante che i leader religiosi non prendano posizione per l’una o l’altra parte politica, etnica o religiosa, ma piuttosto puntino al bene comune, cioè alla coesistenza sociale pacifica. 

È significativo che l’iniziativa sia partita dal personaggio più influente del paese, l’imam Dicko, che aveva già mobilitato la maggioranza dei partiti, la società civile e la popolazione per chiedere le dimissioni del presidente Ibrahim Boubacar Keïta, accusato di corruzione e incompetenza, per dar vita a un governo di unità nazionale. Personalità morale molto ascoltata, rispettata e seguita, da più di quarant’anni guida la preghiera nella moschea della capitale Bamako. I suoi interventi hanno portato a una mobilitazione generale e se non sono riusciti a convincere il presidente a dimettersi, hanno sicuramente motivato il colpo di stato dei militari, il 18 agosto 2020, comandati dal colonnello Assimi Goïta. Un secondo colpo di stato, nove mesi dopo, per mano degli stessi militari, ha reso ancor più fragile il paese, con la sospensione, momentanea, degli aiuti francesi e statunitensi. La Minusma (Missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione del Mali) ha deciso di mantenere la sua presenza, alla stregua dell’Eutm (Missione di formazione militare dell’Unione europea), cui partecipano anche militari italiani. 

L’imam Dicko è anche favorevole al dialogo con i gruppi islamisti, cosa non gradita alla Francia, che mantiene una forza predominante nel paese con l’operazione Barkhane. Secondo Dicko, è importante che i paesi del Sahel trovino soluzioni interne alle loro crisi. “Se lo faranno altri per noi – sostiene Dicko –, perderemo la nostra sovranità”. L’idea di un dialogo nazionale inclusivo e di una conferenza di intesa nazionale riprendono forza soprattutto dopo che la Francia ha annunciato il ridimensionamento dell’operazione Barkhane. Ma forse non c’è ancora la sufficiente volontà politica per realizzare queste iniziative. A complicare ulteriormente la situazione c’è la richiesta, da parte del colonello Goïta, al gruppo di mercenari russi Wagner di venir in aiuto all’esercito nel caso la Francia diminuisse i suoi effettivi. 

In una situazione così complessa, i leader religiosi tentano di riempire il vuoto creato dai politici, dai militari e dalla comunità internazionale, finora incapaci di innescare un processo di pace. Il piano dei leader religiosi prevede la stesura di un memorandum sulla situazione del paese, che prevede il coinvolgimento delle autorità tradizionali, in grado di mediare a livello locale. Gli stessi leader si propongono di lanciare appelli per la pace e la riconciliazione nazionale alle autorità responsabili della transizione, alla società civile, ai gruppi armati e alla comunità internazionale. Sarà istituita anche una “Giornata di preghiera comune per la pace e la riconciliazione nazionale”. Chissà che i leader religiosi e morali del paese riescano a mobilitare le energie migliori per la pace in Mali e, di riflesso, nel resto del Sahel.



Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito