Skip to main content

LA PANDEMIA IN TURCHIA / UN INVITO AD ABBANDONARE IL “RAZZISMO STRUTTURALE”

Condividi su

Secondo l’economista senegalese Felwine Sarr, quando l’Occidente, malgrado la tremenda vulnerabilità mostrata e sperimentata in questi mesi, non abbandona la sua presunzione e mette in dubbio i risultati della gestione emergenziale dei paesi del cosiddetto terzo e quarto mondo, apparentemente meno catastrofici dei suoi, ci troviamo di fronte ad un tipico caso di “razzismo strutturale”.

La Turchia non è un paese africano, ma guardando ai dati fin qui ufficializzati dal governo, sulla crisi pandemica, e constatando che a dispetto del più alto numero di positivi accertati in tutto il Medio Oriente, presenta un saldo decessi decisamente basso (meno della metà che in Germania e quasi dieci volte in meno dell’Italia), unitamente a un importante numero di guariti, si è tentati ugualmente di mettere in discussione le cifre fornite. Le testimonianze dirette di amici dottori o personale medico, parlano tuttavia di una situazione, per il momento, largamente sotto controllo, soprattutto a livello di cure intensive. Attualmente i casi di contagio confermati in Turchia sono 131.754, i decessi 3.584.

Due fattori giocano a favore della Turchia, per esempio rispetto alla realtà del Bel Paese: l’età media, decisamente più bassa, della popolazione turca, e l’esistenza di una società ancora molto ancorata sull’istituzione della famiglia patriarcale. Insomma, soprattutto tra le classi sociali più basse, gli anziani vivono in casa, non in strutture “protette”, che alla prova dei fatti, si sono palesate essere, altrove, luoghi di diffusione massiccia del virus e di concentrazione dei decessi! Ovviamente, la pandemia Covid-19, non significa solo emergenza sanitaria: essa presenta gravi risvolti psicologici, per non parlare di quelli economico-sociali. In estrema sintesi, nel contesto turco, si sta registrando un notevole aumento dei casi di violenza domestica (peraltro drammaticamente presente in moltissimi paesi europei ed occidentali in genere) che, già in condizioni “normali”, è all’origine del 70 per cento dei femminicidi (21 di essi registrati nel solo mese di marzo).

La situazione economica generale è, in prospettiva, anche più allarmante, nonostante i tentativi del governo di arginare gli effetti della crisi pandemica che ha letteralmente cancellato l’industria del turismo, motore economico del paese. La fissazione di un tetto minimo delle pensioni (1500 lire turche, 200€ attuali), a fronte di una svalutazione che sta portando la moneta a minimi storici, è ben poca cosa per permettere la sopravvivenza di centinaia di nuclei familiari! Il pacchetto da 100 miliardi, di misure economiche per affrontare le questioni finanziarie delle società e delle famiglie a basso reddito, sembra una cura lenitiva a cortissimo termine.

La stessa disponibilità alla condivisione sociale, particolarmente sollecitata nel tempo sacro del Ramadan (il mese di digiuno islamico), è quest’anno fortemente depotenziata dalle restrizioni imposte in clima di pandemia, che hanno eliminato la dimensione comunitaria dei tempi spirituali così come di quelli festivi, ruotanti attorno agli iftar o pasti pubblici di rottura del digiuno giornaliero. Quest’ultimi, sono sempre stati un punto di riferimento, prima ancora che per i credenti, per le categorie socialmente più deboli, per le quali il digiuno è il pesante dazio da pagare ad una povertà strutturale.



Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito