Skip to main content

LA PANDEMIA CORONAVIRUS IN AFRICA / VIAGGIO TRA I PIU POVERI

Condividi su

Secondo l’UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) l’Africa conta circa 26,4 milioni di persone in movimento, di cui 17,7 milioni di sfollati interni ai paesi di origine e 6,3 milioni di rifugiati nei paesi vicini. Sono i più poveri del continente e i più esposti potenzialmente al contagio da Covid-19, che attualmente conta 6.422 casi con 239 decessi. La natura così contagiosa del virus, sommata alle difficili condizioni di vita nei campi profughi, fanno di questi luoghi dei potenziali focolai ad alto rischio e di difficile gestione. L’UNHCR ha dunque pensato di ridurre i contatti dei rifugiati e degli sfollati con i residenti, diminuendo la frequenza di distribuzione delle derrate alimentari a una volta ogni due mesi, per prevenire la possibile diffusione del virus. A complicare le cose in questo particolare momento c’è anche la diminuzione degli aiuti perché la maggior parte dei paesi donatori si trovano essi stessi in emergenza sanitaria da Covid-19.

I rifugiati e gli sfollati si trovano in paesi il cui contagio da Covid-19 è solo agli inizi e non presentano ancora molti casi ufficiali. Il Congo RD conta attualmente 123 casi e 11 decessi. È però il paese africano con il più alto tasso di sfollati interni: 4,5 milioni con più di 900mila rifugiati nei paesi vicini. Nello stesso tempo accoglie più di 700mila rifugiati dalla Repubblica Centrafricana, dal Sud-Sudan e dal Burundi. Il Sud-Sudan è uno degli 4 paesi africani con Lesotho, Malawi, Sud-Sudan e Sahara occidentale, che non hanno ancora denunciato contagi. La guerra civile ha però causato 2,3 milioni di rifugiati che hanno trovato protezione nei paesi vicini quali il Congo RD, l’Uganda, il Kenya e l’Etiopia. Inoltre ha 1,9 milioni di sfollati interni.

I paesi del Corno d’Africa (Eritrea, Etiopia e Somalia) insieme non raggiungono 60 casi. Costituiscono però una zona molto sensibile per lo spostamento di popolazioni: 950mila somali sono dispersi nei campi alle frontiere con l’Etiopia e il Kenya. Al loro interno contano circa 1,9 milioni di sfollati, anche per ragioni climatiche.

Il bacino del lago Ciad, che tocca il Camerun (con 233 casi e 6 decessi), la Nigeria (con 174 casi e 2 decessi), il Niger (con 74 casi e 5 decessi) e appunto il Ciad (con 7 casi), è un'altra area calda per gli spostamenti di popolazione. I continui attacchi di Boko Haram hanno causato più di 2,6 milioni di sfollati, di cui 2 milioni nigeriani. Nell’ultima settimana di marzo, malgrado l’appello di cessate il fuoco immediato in tutte le zone di conflitto lanciato dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, nel contesto della lotta al coronavirus, gli attacchi di Boko Haram sono continuati. Il gruppo jihadista, affiliato all’Isis ha ucciso nel sud del Ciad 98 militari e in Nigeria, nello Stato di Borno, tra 50 e 75 militari. Lo scopo del cessate il fuoco era di permettere ai civili più vulnerabili nei paesi in conflitto di affrontare meglio la pandemia.

Il Burkina Faso è il primo paese subsahariano ad aver superato il tetto dei 288 contagi con 16 decessi. Ci sono contagi anche tra gli alti livelli delle autorità statali (i ministri dell’istruzione, dell’amministrazione territoriale, delle miniere e degli affari esteri). La seconda vice presidente dell’Assemblea nazionale è morta di coronavirus. Anche gli ambasciatori dell’Italia e degli Stati Uniti sono stati contagiati. Attualmente è il paese subsahariano più colpito e che ha messo in quarantena tutte le città dove c’è stato almeno un caso di contagio. Gli alleati del coronavirus sono la malnutrizione, il colera e lo spostamento di popolazioni per gli attacchi jihadisti a ripetizione nel nord (si calcolano circa 800mila sfollati). Su una popolazione di circa 20,5 milioni di abitanti, il 10 per cento ha bisogno di aiuti umanitari.

Anche il Mali (con 31 casi e 3 decessi) è colpito dalla follia jihadista, che ha spinto 158mila maliani nei paesi vicini, mentre 120 mila sono sfollati interni. Preoccupa anche la situazione socio-politica del Burundi (con 2 casi), che ha spinto nei paesi vicini circa 400mila rifugiati. Violenze e violazioni dei diritti umani hanno causato lo spostamento in Camerun di circa 400mila sfollati soprattutto nella zona anglofona. Altre situazioni di minore intensità flagellano il continente, colpendo sempre le popolazioni più vulnerabili, alle quali dobbiamo volgere lo sguardo e per le quali dobbiamo chiedere aiuto, affinché non siano ulteriormente abbandonate.



Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito