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CONGO RD / DUBBI SULLA VITTORIA DI FELIX TSHISEKEDI

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Il 10 gennaio 2019 la Ceni (Commissione elettorale nazionale indipendente) ha dichiarato la vittoria di Felix Tshisekedi (candidato della coalizione Cach, Cap vers le changement-Direzione verso il cambiamento) con il 38,57 per cento dei voti pari a 7 milioni di suffragi. Presidente di uno dei più grandi partiti di opposizione, Felix Tshisekedi ha 55 anni ed è figlio di Etienne Tshisekedi, fondatore dell’Udps (Unione dei democratici per il progresso sociale), storico oppositore di Mobutu Sese Seko deceduto a Bruxelles il 1° febbraio 2017.

L’altro rappresentante dell’opposizione, Martin Fayulu Madidi, candidato della coalizione Lamuka (Svegliati in kiswahili) è arrivato secondo con il 35,2 per cento dei voti. Solo terzo Emmanuel Ramazani Shadary, il candidato del Fcc (Fronte comune per il Congo), piattaforma della maggioranza presidenziale di Joseph Kabila, con il 23,8 per cento dei voti. Il tasso di partecipazione è stato del 47,56 per cento pari a 18.280.820 elettori. I risultati definitivi di queste elezioni saranno ufficialmente proclamati dalla Corte Costituzionale il 15 gennaio.

Se gran parte della popolazione congolese giubila per il cambiamento finalmente avvenuto, l’altro candidato dell’opposizione, Martin Fayulu, contesta il risultato, dichiarando che non ha nulla a che vedere con la verità delle urne. Per questo ha chiesto l’intervento della Cenco (Conferenza episcopale nazionale del Congo), dell’ECC (Eglises du Christ au Congo – Consiglio ecumenico delle chiese), che avevano piazzato un gran numero di osservatori, affinché esprimano il loro punto di vista a partire dai dati in loro possesso, frutto del lavoro dei rispettivi osservatori.

La Cenco, in un comunicato dello stesso giorno (10 gennaio 2019), prende atto dei risultati provvisori comunicati dalla Ceni, ma ribadisce che i dati in suo possesso non corrispondono a quelli della Ceni. Inoltre, esorta tutti a dar prova di maturità civica evitando ogni provocazione e ricorso alla violenza. Per ogni contestazione dei risultati delle elezioni, la Cenco raccomanda l’uso dei mezzi legali previsti dalla Costituzione e dalla Legge elettorale.

La Cenco manifesta i suoi dubbi proprio sulla base della missione di osservazione realizzata da ben 40mila osservatori formati e accreditati dalla Ceni, dotata anche di un Call Center di 408 addetti che hanno mantenuto un costante contatto con gli osservatori in tutto il paese. I dati raccolti sono stati analizzati da un’equipe di esperti pluridisciplinari. Anche il FCC (Fronte per il Congo), piattaforma presidenziale, dichiara di essere in possesso di elementi per ricorrere alla Corte Costituzionale. Le prime reazioni internazionali sono state quelle dei ministri degli esteri del Belgio e della Francia, che hanno espresso dubbi sui risultati e chiesto chiarimenti e verifiche.

Nota finale: dal 30 dicembre 2018, giorno delle elezioni ad oggi 11 gennaio, sono stati sospesi i servizi di telefonia, SMS e Internet. La gente è ancora isolata e funzionano solo i media dello Stato.



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