I vescovi della regione del Pacifico e del Sud Ovest della Colombia descrivono come una “tragedia umanitaria” la situazione delle regioni sotto la loro responsabilità pastorale: massacri, mine antiuomo, cartelli del narcotraffico, guerriglia dell’Eln (Esercito di liberazione nazionale), bande criminali come il “Clan del Golfo”, a volte lo stesso Esercito regolare, imperversano nella regione seminando morte e molti sfollati tra la popolazione civile.
La regione è diventata un “corridoio strategico” per i traffici illeciti verso l’Oceano Pacifico e di là verso il resto del mondo. A pagare il prezzo più caro sono gli indigeni della Comunità Embera, che hanno visto alcuni de loro bambini saltare in aria per le mine antiuomo e 48 famiglie costrette alla migrazione interna, abbandonando le proprie terre e coltivazioni. Vista la gravità della situazione, i 14 vescovi delle regioni Pacifico e Sud Ovest e si sono riuniti a Buenaventura per tre giorni (3-5 marzo 2021) e stanno elaborando un comunicato congiunto. Nel frattempo, nuove minacce si sommano a quelle già pervenute al vescovo di Buenaventura, mons. Rubén Darío Jaramillo.
I vescovi avevano già compiuto una “missione umanitaria”, visitando i luoghi più colpiti dell’area, come il Chocó, in particolare Riosucio e Bojayá. I vescovi denunciano l’assenza del governo centrale, che si limita ad inviare ogni tanto l’Esercito, ma senza proporre alternative concrete dal punto di vista sociale ed economico per le popolazioni interessate. Occorre mettere in campo un’urgente sinergia tra cooperazione nazionale e cooperazione internazionale per “pacificare il Pacifico” colombiano!
