Poveri non si nasce, lo si diventa. La povertà é un "prodotto " della società. Piuttosto che di poveri bisogna parlare di impoveriti.
Negli anni '50-'80 i paesi scandinavi sono riusciti a creare delle società senza poveri, perché lo hanno voluto e perché hanno creduto nell'uguaglianza tra tutti i cittadini rispetto al diritto ad una vita umana decente. Negli Stati Uniti, invece, il numero di impoveriti non ha cessato di crescere (oggi supera i 50 milioni su 300) perché si tratta di una società che crede nell'inuguaglianza "naturale" tra i cittadini anche rispetto ai diritti umani e sociali formalmente riconosciuti.
"Dichiariamo illegale la povertà" significa batterci per mettere fuori legge le cause strutturali che generano ed alimentano i processi d'impoverimento di interi popoli, gruppi e categorie sociali.
L'obiettivo dell'iniziativa è di ottenere nel 2018, a 70 anni dalla "Dichiarazione Universale di Diritti dell'Uomo", l'adozione di una risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che affermi la legittimità della messa fuori legge dei fattori che sono all'origine di una ricchezza inuguale, ingiusta e predatoria e quindi dei processi di impoverimento e di creazione dei poveri.
L'Italia é il primo paese dove inizierà la campagna nel 2013. Il lancio avrà luogo l'8 settembre 2012 in occasione della 19° Marcia per la giustizia Agliana-Quarrata promossa annualmente dalla Rete Radié Resh, Libera e dalle istituzioni come i Comuni di Agliana e Quarrata, la Provincia di Pistoia ai quali quest'anno aderiscono anche Università del Bene Comune e Ass. Monastero del Bene Comune.
Partecipa con noi alla marcia!
MANIFESTO
I dodici principi dell'illegalità della povertà:
- Nessuno nasce povero, né sceglie di essere povero.
- Poveri si diventa. La povertà è una costruzione sociale.
- Non è solo - né principalmente - la società povera che "produce" povertà.
- L'esclusione produce l'impoverimento.
- In quanto strutturale, l'impoverimento è collettivo.
- L'impoverimento è figlio di una società che non crede nei diritti alla vita e alla cittadinanza per tutti, né nella responsabilità politica collettiva per garantire tali diritti a tutti gli abitanti della Terra.
- I processi d'impoverimento avvengono in società ingiuste.
- La lotta contro la povertà (l'impoverimento) è anzitutto la lotta contro la ricchezza inuguale, ingiusta e predatrice (l'arricchimento).
- Il "pianeta degli impoveriti" è diventato sempre più popoloso a seguito dell'erosione e della mercificazione dei beni comuni, perpetrata a partire dagli anni '70.
- Le politiche di riduzione e di eliminazione della povertà perseguite negli ultimi 40 anni sono fallite perché hanno combattuto i sintomi (misure curative) e non le cause (misure risolutive).
- La povertà è oggi una delle forme più avanzate di schiavitù, perché basata su un "furto di umanità e di futuro".
- Per liberare la società dall'impoverimento bisogna mettere "fuorilegge" le leggi, le istituzioni e le pratiche sociali collettive che generano ed alimentano i processi d'impoverimento.
Il traguardo 2018
Domandiamo che l'Assemblea Generale dell'ONU, l'Organizzazione delle Nazioni Unite, approvi nel 2018, 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, una risoluzione nella quale si proclami l'illegalità di quelle leggi, istituzioni e pratiche sociali collettive che sono all'origine e alimentano la povertà nel mondo. Le campagne di azione che condurremo tra il 2012 e il 2017 in diversi Paesi del Pianeta mirano a dimostrare che è possibile concretizzare la messa fuorilegge delle cause dell'impoverimento.
Il percorso
Siamo all'inizio di un impegno cittadino, di coscientizzazione e di lotta, i cui confini, energie e soggetti sono da costruire cammin facendo. L'impegno sarà perseguito da soggetti molto diversi e attivi in Paesi come l'Argentina, il Québec, l'Italia, il Marocco, la Malesia, le Filippine, il Belgio ed altri che potranno aggiungersi. Gli accenti, le idee, le proposte potranno mutare nell'arco dei prossimi sei anni, ma gli immaginari, le convinzioni, gli obbiettivi sono e resteranno il risultato di uno scopo comune e di un percorso condiviso.
La messa fuorilegge dei processi alla base dell'impoverimento sarà il frutto di una nuova ibridazione civile e sociale transnazionale e contribuirà alla costruzione degli elementi fondativi di un nuovo Patto Sociale Mondiale coerente con la mondialità della condizione umana e della vita sul Pianeta Terra.
I principali fattori dell'impoverimento
- Una cultura delle disuguaglianze.
- Politiche dei privilegi e discriminazioni
- Le strategie della precarizzazione del lavoro e dell'esistenza
- Lo smantellamento dello Stato del Welfare
- La mercificazione e privatizzazione dei "beni comuni" pubblici
- La finanziarizzazione dell'economia e monetizzazione della vita
- La limitazione degli spazi/istituti democratici e la privatizzazione del potere politico
- Le politiche securitarie e di controllo sociale.
- L'influenza di questi fattori si manifesta attraverso tre strumenti:
- Le leggi e norme amministrative.
- Le istituzioni.
- Le pratiche sociali e collettive.
- Le sfide dell'impoverimento
- La questione democratica.
- La questione della giustizia economica e sociale.
- La questione della cittadinanza.
Sito internet: www.banningpoverty.org
PER APPROFONDIRE: Le fabbriche della povertà. Liberare la società dall'impoverimento, Opera collettiva - Gruppo Promotore DIP - €5.00
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