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Dopo 500 anni è tempo di unità!

Dopo 500 anni è tempo di unità!

500 anni non sono un giorno, 500 anni sono mezzo millennio! Mezzo millennio di divisione, durante il quale ci siamo guardati con sospetto, ci siamo scomunicati a vicenda vivendo da “fratelli separati”. Ma come possono dei fratelli definirsi “separati”? Che ognuno di noi in questo momento pensi al proprio fratello o alla propria sorella se ce li ha: vivreste definendovi “fratelli separati”? Dobbiamo cambiare linguaggio, per cambiare prospettiva: noi siamo la famiglia di Gesù e tra noi siamo tutti fratelli, figli dell’unico Padre, il Padre misericordioso che Gesù è venuto a mostrarci.

Finalmente dopo 500 anni possiamo tornare a considerarci così, è questo il piccolo, grande miracolo che è avvenuto Domenica 29 Ottobre 2017, in occasione del 500° anno in cui si commemora la Riforma di Martin Lutero. Infatti come comunità dello Studentato Saveriano di Parma, abbiamo celebrato questa memoria insieme alla Chiesa Metodista di Parma, con cui abbiamo condiviso il culto domenicale e l’agape fraterna.

Per troppo tempo la figura di Lutero è stata descritta in maniera “diabolica” dalla Chiesa Cattolica, ma questo è stato fatto a causa del clima teso che ha portato alla rottura della Chiesa. Uno scisma che nessuno di noi si perdona, cattolici come protestanti non possiamo “dormire sonni tranquilli” fino a quando non vivremo in piena comunione gli uni con gli altri!

Lo Spirito Santo però soffia sulla Chiesa tutta e in questi anni sta spingendo tutti: protestanti e cattolici a riconsiderare i loro rapporti vicendevoli. Infatti si legge la storia della divisione in modo diverso, si considerano gli elementi cattolici del pensiero di Lutero, si sono raggiunti accordi sulla dottrina della giustificazione (con un documento del 1993 si è raggiunto il “pieno consenso”), il Papa è andato a Lund (in Svezia) per festeggiare la Riforma e tanti altri piccoli passi che ci fanno sognare che insieme costruire l’unità non solo è possibile, ma è un processo che si sta già realizzando!

L’unità della Chiesa non è frutto della sensibilità di una elite di credenti, non si tratta di essere “sensibili” al tema ecumenico, come a volte si sente dire in giro, piuttosto si fonda sulle parole stesse di Gesù:

“Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.” (Gv 17,20-21)

La missione stessa della Chiesa è quella di raggiungere l’unità: Come possiamo annunciare Cristo fino a quando saremo divisi? Cosa trasmettiamo? Quale testimonianza diamo a chi ancora non conosce Gesù? Se la Chiesa vuole tornare ad essere significativa per il mondo, allora deve ritornare ad essere la Chiesa di Gesù Cristo, superando le divisioni che per secoli ci hanno allontanato dal realizzare la preghiera del Signore: “che tutti siano una cosa sola”.


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Pubblicato
29 Ottobre 2017
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