Zelarino: Un’amicizia lunga 50 anni
Parrocchia dei ss. Gervasio e Protasio
Il legame che unisce la parrocchia di Carpendo ai missionari saveriani di Zelarino risale agli anni ’50, praticamente agli inizi della presenza dei saveriani nella diocesi di Venezia. Allora, a Carpendo c’era una sola parrocchia, quella dei santi Gervasio e Protasio, e i parroci chiedevano l’aiuto dei saveriani per la Messa feriale, il mattino presto.
Un bell’aiuto reciproco
Oltre trent’anni fa, ebbi la fortuna di essere invitato a preparare i ragazzi dell’istituto saveriano agli esami presso scuole statali. La scuola interna, infatti, non era ancora legalmente riconosciuta. Fu l’occasione per approfondire i legami tra i missionari e la parrocchia di Carpendo, di cui sono ancora parte attiva.
Da allora, gli aspiranti saveriani erano stati coinvolti di più dalla nostra comunità parrocchiale. In particolare, seguivano le molteplici manifestazioni promosse dall’associazione culturale “La Rotonda”, soprattutto in campo musicale.
Anche la nostra parrocchia ha conosciuto meglio la casa di Zelarino: il parco, i campi da gioco, la bella e luminosa chiesa. Così sono aumentate le occasioni in cui i vari gruppi - bambini della prima Comunione, ragazzi della Cresima, scout, famiglie, il coro - hanno chiesto ospitalità ai missionari per ritiri spirituali.
La storia passata continua...
Tanti aspiranti missionari sono diventati sacerdoti. Con loro un po’ del nostro cuore arriva in Asia, in Africa e in America. Qualche notizia ci giunge da un centro di riabilitazione della Cina o da una missione dispersa del Congo. Ricordo il battesimo di mia figlia Paola. D’accordo con il parroco, si è svolto nella chiesa dei saveriani, con la festosa partecipazione di tutta la comunità dei ragazzi e dei padri.
Attualmente, i saveriani usufruiscono di spazi molto più ristretti, ma sufficientemente ampi e confortevoli da consentire incontri di vario genere, sia sotto il profilo religioso che quello più “festoso”. Anche la corale “Carpinetum”, che varie volte si è prestata ad accompagnare le celebrazioni liturgiche, specialmente per la festa di san Francesco Saverio, ha chiesto ospitalità per un incontro di socializzazione.
La castagnata in musica
Domenica 15 ottobre, il coro si è riunito dai missionari saveriani per la tradizionale castagnata. Una cinquantina di cantori e amici hanno preso comodamente posto sotto l’ampia e confortevole struttura mobile di fronte ai garage.
In un clima di festa abbiamo consumato castagne e specialità dolciarie, preparate dalle “signore”; il tutto innaffiato con buon vino. Non è mancato un sottofondo musicale: partito in sordina, con il passare del tempo si è fatto sempre più robusto e si è concluso con i balli che hanno coinvolto tutto il gruppo.
I colori dell’umanità
Verso sera, ci siamo riuniti davanti al Crocifisso del Saverio. Sopra un tavolo, dominava un grande globo sul quale apparivano tutte le nazioni della terra. Abbiamo acceso le candele colorate, simboli dei vari continenti: verde per l’Africa, rosso per l’America, bianco per l’Europa, azzurro per l’Oceania e giallo per l’Asia. Da lì, padre Romeo ci ha dato il suo saluto e un pensiero per spaziare nel mondo.
A nome del mondo intero, abbiamo voluto lodare il Signore con il canto solenne dei vespri: inno, salmi e magnificat, concludendo con un “Salve Regina” a quattro voci dispari, come di consueto fa il coro.
Abbiamo lasciato la casa dei saveriani con il cuore in festa. È stato un incontro piacevole e denso di contenuti. Il nostro saluto esprimeva anche un desiderio: quello di ritrovarci presto ancora tutt’insieme.