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Vicenza avrà due nuovi beati

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Due Saveriani vicentini saranno riconosciuti Beati dalla Chiesa. La speranza di molti e il lavoro di studio, d’inchieste, di documenti e preghiera hanno ottenuto l’evento. La Congregazione dei Santi a Roma, il 14 dicembre 2023, ha presentato a papa Francesco la richiesta di riconoscere beati, per il martirio subito nella fede, tre missionari Saveriani e un prete diocesano africano. Il papa ha approvato e fratel Vittorio Faccin, i padri Giovanni Didoné, Luigi Carrara e don Albert Joubert saranno ufficialmente riconosciuti Beati il 18 agosto 2024 (festa dell’Assunta per il Congo) nella diocesi di Uvira (Nord Kivu), in Congo RD.

I primi due sono di origine vicentina. Fratel Faccin era nato a Villaverla nel 1934 e p. Giovanni Didoné era nato a Rosà nel 1930. La loro uccisione (28.11.1964) è avvenuta nella testimonianza del dono della vita. I padri sono rimasti nella loro missione con la consapevolezza del pericolo imminente, quando si verificavano disordini spaventosi nei primi anni dopo l’indipendenza del Congo (1960). Sono rimasti nella fedeltà alla scelta fatta di amore a Cristo Gesù e alla gente bisognosa di speranza. Leggendo poi le lettere ai familiari e il diario si scopre lo spessore della loro spiritualità, che li rendeva preparati, degni e santi nel farsi dono senza reticenze. Avremo occasione di parlare di loro in queste pagine. Qui raccontiamo l’importante riconoscimento conferito a p. Giovanni Didoné, a Rosà.

Prima ancora dell’annuncio della decisione di papa Francesco di riconoscere beati i nostri tre confratelli uccisi in Congo nel 1964, il comune di Rosà ha conferito il premio postumo “Città di Rosà” 2024 a p. Giovanni Didoné. È commovente constatare come una commissione laica ha avuto l’idea di proporre un missionario religioso a servizio del prossimo in Congo negli anni sessanta e morto martire nel compimento della sua missione. Ogni anno, infatti, il comune di Rosà ha la lodevole iniziativa di proporre un premio speciale a chi si è distinto in modo unico nel servizio della collettività e riconoscimenti a chi si è distinto nel lavoro, nell’industria, nell’agricoltura, nel commercio e a coloro che raggiungono anniversari rilevanti nella propria attività o servizio sociale. Un evento importante e popolare per la città che si ripete da decine d’anni e che diventa incentivo d’impegno e d’entusiasmo per tutta la popolazione e in particolare per i giovani.

Così, sabato 20 gennaio 2024, alle 17, il Consiglio comunale di Rosà, riunito nella Sala Consiliare, con voto unanime, ha conferito il premio “Città di Rosà” a p. Giovanni Didoné. La commissione, guidata da Antonio Marchiorello, ha presentato le motivazioni della scelta, la biografia del padre, la situazione del Congo negli anni ’60, il momento del martirio. Hanno partecipato alla celebrazione p. Gianni Viola, collaboratore della Postulazione, il sottoscritto, già missionario in Congo, il fratello di p. Giovanni, signor Albino, con la moglie, vari nipoti e parenti, don Andrea della parrocchia, il gruppo di animazione missionaria parrocchiale e, tra le autorità, l’assessore regionale Manuela Lanzarin.

Elena Mezzalira, sindaco di Rosà, ha consegnato a p. Gianni Viola l’attestazione, un’elegante targa, il Premio Città di Rosà, accompagnato da un dono alla Causa di Beatificazione del nuovo beato. Ed ha aggiunto: “Condivido appieno quanto è stato detto dalla commissione. Padre Giovanni ha saputo trasmettere grandi valori nella sua vita che ha portato in una terra lontana, valori che appartengono e che ci uniscono e che dobbiamo saper trasmettere ai più giovani”. P. Gianni Viola ha ringraziato a nome di tutti i Saveriani: “Siamo lieti di rappresentare la nostra famiglia saveriana per celebrare con voi questo vostro concittadino e nostro confratello. Dobbiamo tutti essere orgogliosi d’avere in casa un prossimo martire beato, additato come tale a tutta la Chiesa”.

Ora l’attenzione di Rosà, della comunità cristiana e dei parenti è orientata al 18 agosto, giorno della proclamata beatificazione nel santuario della Madonna del Tanganika ad Uvira. Sarà un appuntamento di festa e di onore per il comune, per la comunità parrocchiale di Rosà e per la Chiesa di Vicenza.



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