Via della croce e via della luce
Lunedì 14 aprile abbiamo ospitato il ritiro spirituale dell’unione ex allievi “Don Bosco” di Forlì e dell’associazione “Don Bosco”. I legami con i salesiani risalgano al saveriano p. Gino Foschi, formato dai salesiani, che è stato missionario in Congo, nazione da cui proviene un giovane salesiano africano della comunità di Forlì. Era presente tra gli ex allievi il pittore Angelo Ranzi, membro dell’accademia Filopatridi di Savignano sul Rubicone, noto per i suoi quadri che illustrano il Paradiso di Dante.
Abbiamo riflettuto sul tema “il mistero dell’ora di Gesù”, confrontando la croce di un anonimo defunto in un cimitero di campagna con l’icona del Crocefisso di san Damiano.
La croce del cimitero raffigura la passione dell’uomo; la croce di Damiano ci fa contemplare la passione di Cristo: la nostra morte e la speranza della vita nuova in Gesù.
Nell’occidente cristiano si è diffusa la pratica della via Crucis, mentre in oriente si è diffusa la devozione delle icone, sostenuta dalla teologia di Teodoro Studita, arrivata anche a noi con i mosaici che vediamo a Ravenna, Venezia, Roma, Monreale...
Ora in alcune chiese si sta diffondendo la via Lucis, la via della Luce di Gesù risorto. Con la sua morte, ha inizio l’era di Gesù risorto e salvatore, perché sul peccato e sul male dell’uomo risplende la luce dell’amore di Dio.
Sono le nuove 14 stazioni della Luce, che dobbiamo percorrere, raffigurare e vivere nella nostra vita cristiana.