Uno sguardo ai mesi passati, Giornate con famigliari e amici
A settembre è ripresa la vita con le sue attività normali. Nell'ultimo numero vi abbiamo parlato di alcune iniziative svolte a giugno nella nostra casa saveriana. Ma ci sono stati anche altri incontri che meritano un ricordo particolare.
Ci soffermiamo un po' su una festa speciale: quella dei famigliari dei saveriani romagnoli, avvenuta domenica 13 giugno. La nostra chiesa era piena e l'agape fraterna dopo la celebrazione è stata un momento di incontro e di condivisione, tra ricordi passati e presenti dei saveriani lontani. Con noi c'era anche mons. Lino Pizzi, segno dell'unione tra la chiesa locale e i missionari romagnoli. La celebrazione è stata presieduta dal superiore dei saveriani in Italia p. Carlo Pozzobon.
I saveriani in Congo
C'era anche p. Nicola Colasuonno, che a dicembre partirà per il Congo. Ha parlato della situazione di quella nazione tormentata da una guerra che continua a fare molte vittime, e del lavoro dei saveriani accanto alla povera gente. Con i suoi 66 milioni di abitanti, la repubblica democratica del Congo è grande otto volte l'Italia. I saveriani sono lì dal 1959 e lavorano in cinque diocesi, con 55 confratelli e 25 saveriane. I saveriani di nazionalità congolese sono 28 (14 presbiteri e 14 studenti); 13 sono le saveriane congolesi.
Le tre forze che rendono dinamica la chiesa congolese sono: la liturgia attiva e partecipata, caratterizzata anche dalla danza religiosa, che esprime in gesti e ritmi i sentimenti della fede cristiana; le comunità ecclesiali viventi, impegnate nella vita quotidiana e ispirate dalla parola di Dio; il laicato responsabile, disponibile per i vari servizi pastorali e sociali per il bene della gente.
Violenza e riconciliazione
Tra i gravi problemi che la gente e i saveriani affrontano ogni giorno c'è la violenza. Il Congo, insanguinato da anni di guerra civile, è "la capitale mondiale dello stupro" e teatro di episodi da girone infernale. Oltre 8mila donne sono state seviziate nei sanguinosi scontri congolesi del 2009.
Ma in Congo la chiesa missionaria si impegna soprattutto nella riconciliazione. Il secondo sinodo dei vescovi per l'Africa, infatti, ha parlato della chiesa africana al servizio di riconciliazione, giustizia e pace.
- Accompagniamo p. Nicola nella sua nuova missione con la preghiera e il sostegno (si può utilizzare il nostro C/cp, indicando la causale: "Padre Nicola in Congo").
Festa degli amici saveriani
Domenica 20 giugno abbiamo vissuto un'altra bella giornata, con l'atteso incontro degli amici e benefattori della comunità saveriana di San Pietro in Vincoli. La pioggia di quel pomeriggio ci ha costretti a limitare il programma all'interno della casa, invece che nel parco. All'inizio della celebrazione eucaristica, p. Giuseppe Nardo ha ringraziato tutti per l'aiuto che riceviamo. Ha ricordato che alla festa quest'anno mancava una persona a tutti molto cara: p. Agostino Clementini, chiamato alla casa del Padre Celeste il 2 giugno scorso.
Durante l'omelia, ho invitato i presenti a riflettere sulla nostra identità cristiana: non possiamo limitarci a qualcosa di esteriore; dobbiamo invece impegnarci a conoscere Cristo e i fratelli lontani, dove Cristo è presente. Questo è anche il significato del nostro essere missionari.
Madre Teresa di Calcutta recitava spesso una bella preghiera: "Gesù, tu sei tutto per me: senza di te non posso fare nulla. Ti ho trovato in tanti posti: nel tabernacolo, nell'amicizia vera, nella gioia; ma ti trovo nella sofferenza, e soprattutto nella sofferenza dei fratelli". E raccontava: "Una volta mi capitò di prendere un uomo coperto di vermi; mi ci vollero delle ore per lavarlo. Alla fine mi disse: «Sono vissuto come un animale, per le strade: ma ora mi sento un angelo»; e morendo mi fece un bel sorriso".
Questo è il sorriso che vorremmo avere sempre nella vita; un sorriso che nasce in chi ha saputo rispondere rettamente alla domanda del Cristo, "Io chi sono per te?".
Noi saveriani vi ricordiamo ogni giorno nella preghiera. Il Signore vi benedica per tutto ciò che fate per noi missionari.