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Una sosta per corpo e spirito

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Nei mesi d’autunno la casa di Tavernerio, che durante l’anno ospita numerosi gruppi, si è animata di nuove presenze saveriane. Dall’inizio di settembre, sono arrivati dodici saveriani e una saveriana, per frequentare un corso di tre mesi di rinnovamento personale.

Appartengono a cinque nazionalità diverse e lavorano in Italia, Congo RD, Mozambico, Ciad, Bangladesh, Messico, Brasile del Sud e Italia. È ormai una tradizione di questa casa ospitare gruppi di missionari e missionarie. Dopo un periodo di lavoro, fanno una sosta per riprendere le forze fisiche e spirituali.

Ancora sui banchi di scuola

Sono tornati, ancora una volta, sui banchi di scuola per seguire dei corsi, grazie all’aiuto di alcuni esperti nelle varie discipline spirituali e missionarie. Affrontano alcuni aspetti della vita saveriana, la vita personale e spirituale, quella comunitaria e quella missionaria.

Si confrontano con i valori fondanti della nostra identità, la Parola di Dio, la spiritualità missionaria, la vita consacrata e l’appartenenza alla famiglia di mons. Conforti.

Hanno anche modo di riposare il corpo e lo spirito nell’ambiente tranquillo e tonificante di questa casa e dello splendido parco che la circonda.

Rinvigorire la vocazione

Non si tratta di un lusso, ma di un bisogno che, a un certo punto della vita, s’impone anche a noi, come dovrebbe essere per ogni persona attiva. Purtroppo, per diverse ragioni, non tutti riescono ad avere questa sosta provvidenziale. Per noi missionari è ancora più necessaria perché viviamo esposti a culture diverse e lontane da quella in cui siamo nati, in situazioni sociali e politiche complicate e spesso in contesti che mettono a dura prova la tenuta delle persone.

È importante quindi avere dei periodici “stacchi” dal lavoro per rinnovarsi umanamente e spiritualmente e rinvigorire la nostra vocazione. Questi tre mesi sono come un prolungamento della prima formazione e offrono l’opportunità di programmare una nuova tappa della propria vita missionaria.

Il pellegrinaggio in Terra Santa

Ormai, oltre 400 confratelli e un buon numero di saveriane hanno frequentato questo corso che si è mostrato molto positivo per i missionari. Il ritorno in missione e l’inserimento nel campo nelle rispettive regioni di provenienza ci guadagnano in qualità.

Il corso si è chiuso ai primi di dicembre con la festa di san Francesco Saverio, dopo il pellegrinaggio di quindici giorni in Terra Santa. Siamo stati sulle orme di Gesù e poi ci siamo fermati per gli esercizi spirituali nel silenzio del Monte Tabor, il monte della Trasfigurazione e della missione.

Così, questo corso che si prefigge di preparare il futuro, trova il suo punto ideale di partenza nella Terra Santa dove Gesù, duemila anni fa, ha dato alla sua Chiesa il mandato missionario:

“Andate in tutto il mondo e fate discepole tutte le nazioni”.



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