Una festa dentro l'altra
Domenica 25 settembre abbiamo celebrato la giornata dei famigliari dei missionari, come ogni anno, per onorare coloro che il nostro santo fondatore mons. Guido Conforti chiamava "i primi benefattori dell'istituto saveriano", avendo offerto non cose materiali, ma il proprio figlio o fratello o zio alla causa del vangelo da diffondere in tutto il mondo.
Una forte commozione
Il rettore dei saveriani di Cremona, p. Pierluigi Felotti, aveva mandato un mese prima l'invito a tutti i parenti, compresi quelli dei missionari defunti. Hanno risposto ottanta persone, con nostra grande soddisfazione, tra cui quattro mamme e due papà, e molti nipoti e pronipoti che hanno... ringiovanito l'assemblea.
Dopo la calorosa accoglienza del superiore e della comunità, alle 11 la parola è stata data a me. Infatti, era un po' anche la mia giornata dal momento che due giorni prima avevo tagliato il traguardo dei cinquanta anni di professione perpetua e di sacerdozio missionario. E nonostante la lunga esperienza di predicatore, non sono riuscito a nascondere la mia profonda commozione, come se fossi soffocato da troppi ricordi.
Pregando con i salmi...
Con le parole del salmo 117, "Il Signore è stato mio aiuto e mia forza", ho invitato i presenti a mettere al centro della giornata, anzi di tutta la nostra vita, il Signore, perchè è buono, ha fatto meraviglie, ed eterna è la sua misericordia. "Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in lui".
Com'è bello pregare con i salmi e ripetere le frasi che più ci toccano il cuore ed elevano il nostro spirito fino al cielo! Davvero, "il Signore è il mio Pastore, non manco di nulla. Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino... Non temo alcun male, perchè Tu sei con me, Signore. Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni" -così recita il salmo 22.
La Messa e il coro
Dopo aver ripercorso con nostalgia avvenimenti passati e personaggi sconosciuti, è iniziata la Messa per i missionari vivi e defunti e per i loro parenti. Aver presieduto la celebrazione eucaristica è stato un modo per festeggiare con tutta la comunità saveriana e i numerosi famigliari il mio mezzo secolo di sacerdozio, di cui 28 anni di presenza attiva a servizio della diocesi di Cremona.
Era presente il maestro del coro di Corte dei Frati e nostro insigne benefattore Piero Barbieri che rendeva più attenta l'assemblea con i canti più conosciuti. È mio sentito dovere esprimergli la nostra affettuosa riconoscenza, che vogliamo estendere ovviamente ai suoi cantori e a tutti i presenti, soprattutto i bambini che si sono sforzati di restare buoni e in silenzio nonostante la lunghezza del predicatore e dei riti.
C'è posto per tutti
Ogni festa si conclude attorno a un tavolo. Nel nostro refettorio c'erano ben 20 tavoli e gli invitati potevano accomodarsi dove volevano con i loro famigliari. Su ogni tavolo c'era un mazzetto di fiori bianchi e gli antipasti pronti...
Questo era solo l'inizio e non sto a descrivervi il resto per non dar ragione a un prete amico che una volta mi disse, forse per scherzo: "Ma voi saveriani siete sempre in festa, non solo in chiesa ma anche a tavola!". Non ricordo quale fu la mia risposta. Ora gli risponderei come Gesù: "Non si può digiunare quando c'è lo sposo!". E finirei con il salmo 31: "Mi abbandono alla fedeltà di Dio e voglio rendergli grazie in eterno per quanto ha operato nella mia vita".