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Una civiltà piena di fascino, Mostra sulla Cina a Salerno

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Un saveriano chiedeva a una bambina della scuola elementare: "Perché sei venuta a visitare la mostra sulla Cina?". Ecco la sua risposta, semplice e chiara: "Perché se per caso mi capita di passare da quelle parti, posso conoscere meglio i cinesi e fare amicizia".

Non capiterà a tutti di andare in Cina. È stato più semplice visitare la mostra allestita nella casa dei saveriani a Salerno. "Incontro con una civiltà millenaria", era il titolo scritto con gli ideogrammi, con sottotitolo "Made in Cina". Cosa vuol dire? Seguiteci in questa visita virtuale.

Fotografie e invenzioni

Siamo accolti dal "benvenuti", in italiano e in cinese, e subito entriamo in Cina, guardando una bella cartina geografica. Le fotografie ai lati del portone d'ingresso ci ricordano la Cina conosciuta dai saveriani tra fine ‘800 e inizio ‘900, per continuare il sogno di Francesco Saverio di entrare in Cina: saranno scacciati nel 1952, ma sono poi rientrati... dalla finestra. Altre foto riguardano la Cina moderna, che le Olimpiadi del 2008 ci hanno presentato.

"Vorremmo fare un giro sul risciò", chiediamo alla guida. La risposta è cortese, ma ferma: "Non si può; non abbiamo la licenza per guidarlo". Pazienza, ci tocca fare il giro a piedi.

Appena entrati, l'attenzione è catturata da un graticcio su cui sono adagiati dei bachi da seta, leggeri e pronti a sacrificarsi per fare dei bellissimi vestiti. Lì vicino, c'è qualche invenzione dei cinesi: la bussola, la polvere da sparo, l'abaco... Anche il gioco del calcio è nato in Cina: era uno "sport" che i guerrieri praticavano per tenersi in forma; poi gli inglesi l'hanno esportato da noi.

Il maestro di "tai-chi"

Passiamo accanto ai giochi: dama, scacchi, domino, shangai... Ma non possiamo giocare. Subito qualcuno ci invita a prendere un tè. Ci voltiamo sorpresi, ma vediamo solo delle belle tazzine e i famosi bastoncini per il riso. Lì vicino è in corso una sfilata di abiti cinesi. Le signore ci tengono a farsi vedere eleganti, con i vestiti e i gioielli. Più avanti incontriamo "l'impermeabile" di un contadino che ci ricorda il duro lavoro dei campi. Vorremmo provare l'agopuntura e le altre medicine cinesi, ma il maestro di tai-chi ci invita a fare degli esercizi con lui.

Il viaggio non è finito. Ci fermiamo un attimo a contemplare qualche soldato del grande esercito di terracotta di un famoso imperatore. E così entriamo nella seconda parte del percorso: la cultura e la religione. I quadri, appesi alle pareti ci ricordano la presenza di Dio nelle varie religioni: cristianesimo, taoismo, shintoismo, buddhismo. Tanti modi per andare incontro a Dio.

I sette pezzi del "tangram"

Siamo molto incuriositi dalla scrittura cinese. Vediamo i pennelli e tutto quello che serve per gli ideogrammi. Non possiamo dimenticare i francobolli, i fumetti, la Bibbia e il Libretto rosso. Una lettera, inviata dai saveriani al beato Conforti ci riempie di commozione. Ci incontriamo con i dodici simboli del calendario cinese: bellissimi, vicino alle maschere del teatro.

È proprio una civiltà misteriosa e piena di fascino. È per questo che tanti hanno voluto conoscerla. Non solo Marco Paolo, ma anche alcune persone della nostra terra: Matteo Ripa da Eboli e Giovanni da Monte Corvino, fino ad arrivare al vescovo di Salerno mons. Pollio.

Ci eravamo dimenticati di alzare gli occhi in alto. Una brezza di vento fa muovere gli aquiloni, le lanterne rosse e lui, il dragone. Ma la visita non finisce qui. Ci aspettano le prove di scrittura cinese, l'ascolto della favola e, dulcis in fundo, l'invenzione di una bella storia con i sette pezzi del tangram. Un video e la testimonianza dei missionari concludono questo nostro incontro con la Cina e con la sua civiltà.

La mostra è stata possibile grazie all'aiuto di tanti volontari giovani e adulti, coordinati dai saveriani. Non è mai troppo tardi per conoscere la Cina. Anche se non ci capiterà di andare da quelle parti, conoscerla vale davvero la pena!



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