Una bella notizia: Il Papa buono e il Papa dell’est insieme
In mezzo a tante notizie sconsolanti ogni tanto ne salta fuori qualcuna che consola e apre il cuore alla speranza. Prima sussurrata e poi sempre più apertamente pronunciata, lo scorso 5 luglio è stata finalmente confermata dalla sala stampa Vaticana la notizia che Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II saranno proclamati santi insieme, forse il prossimo 8 dicembre, a conclusione dell'anno della fede, indetto per celebrare il 50° dell'apertura del concilio Vaticano II, o forse in primavera del 2014.
Due papi ''popolari''
Sono due papi molto popolari: Giovanni XXIII, il papa del concilio e della "Pacem in terris", che nel suo breve pontificato, come per un prodigio, ringiovanì la chiesa e la speranza; e Giovanni Paolo II, il papa venuto dalla "chiesa del silenzio", che nei ventisette anni del suo ministero ha percorso il mondo e l'ha evangelizzato, contribuendo a farne cadere le barriere più resistenti.
Entrambi hanno impresso alla missione un'accelerazione nuova, in momenti distinti ma ugualmente delicati della storia della chiesa.
Tutti ricordiamo la folla accorsa al funerale di Giovanni Paolo II, che invocava "santo subito!". Il popolo di Dio ha un sesto senso per identificare i santi di cui ha bisogno. Era successo anche con Giovanni XXIII, santificato dalla gente semplice che, già da vivo, lo chiamava il "papa buono".
Papa Roncalli: ''Anche lo zio in prigione''
Papa Roncalli non è santo per aver convocato il concilio, anche se questa decisione l'ha consegnato per sempre alla storia, ma per il suo fare evangelico e semplice, che ha avvicinato alla chiesa anche i "lontani". Chi non ricorda la visita al carcere di Roma per incrociare gli sguardi dei detenuti e raccontare loro che anche un suo zio era finito in prigione; o la visita all'ospedale pediatrico del Bambino Gesù, per fare una carezza ai bambini malati; o il suo viaggio in treno a Loreto e Assisi?
Si potrà mai dimenticare il famoso "discorso della luna" la sera dell'11 ottobre 1962, o il fervore che suscitava nelle visite alle parrocchie delle borgate romane, inizio di un nuovo stile pastorale da parte di un papa anziano e ormai segnato dalla morte, ma che tutti hanno sentito loro padre e pastore?
Papa Wojtyla: ''Spalancate le porte!''
Giovanni Paolo II, venuto dopo il lungo pontificato di Paolo VI e la rapida e incisiva apparizione di Papa Luciani (durata solo 33 giorni), ha allargato e approfondito il solco pastorale e missionario tracciato da Papa Roncalli. Venuto dall'est e da una chiesa perseguitata ma vivace, molto diverso per la sua storia da Giovanni XXIIII, Karol Wojtyla è entrato nella chiesa come un ciclone e ne ha aperto le porte e le finestre al vento dello Spirito: "Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!", è stato il primo messaggio e il programma della sua azione.
Lo ricordiamo pensoso sulla porta dell'isola di Go, mentre guarda l'oceano Atlantico attraversato dagli schiavi africani condotti in America; oppure nella Valle dei Templi mentre scongiura con forza profetica i mafiosi a pentirsi; o ancora in preghiera al cosiddetto Muro del pianto di Gerusalemme; e nell'ultima apparizione alla finestra quando, ormai senza parola, trasmise il messaggio più eloquente della sua vita.
Il suo ricordo è ancora molto vivo nel cuore del popolo di Dio e la rapidità del processo di canonizzazione prova l'affetto e la devozione del popolo cristiano. La folla immensa rimasta in coda, notte e giorno, in quella lunga veglia funebre, per poterlo vedere e salutare prima dell'ultimo commiato in piazza San Pietro nell'aprile 2005 non si era sbagliata; così come la folla che sulla stessa piazza aveva seguito le ultime ore di Giovanni XXIII la sera del 3 giugno 1963.
Al timone c'è Gesù
A volerli canonizzare insieme e presto, superando le norme canoniche, è stato papa Francesco che sembra sintetizzare in sé il meglio d'entrambi, con la sua ansia di raggiungere le periferie esistenziali per predicare la misericordia e la tenerezza di Dio e con il suo coraggio di rilanciare la chiesa completando la riforma conciliare.
Egli invita ad andare avanti con gioia e speranza verso le nuove frontiere del mondo, in questa primavera missionaria improvvisamente sbocciata nella chiesa, grazie al gesto umile e coraggioso di papa Benedetto.
Chi può aver dubbi che Gesù non sia al timone della barca di Pietro?