Un vero padre spirituale
Padre Ildo Chiari ci ha lasciati inaspettatamente la mattina del 24 maggio, trovato sul letto, serenamente addormentato. Aveva 92 anni, essendo nato il 5 agosto 1921 a Sorbolo Mane di Lentigione, Brescello (RE).
Ildo era entrato nell’istituto saveriano a Vicenza a 12 anni, nel 1933. È stato ordinato sacerdote il 23 febbraio 1947, durante il quarto anno di teologia.
Formatore in Italia e la missione in Indonesia
Nei quattordici anni passati in Italia prima di essere inviato in missione, si è dedicato alla formazione dei giovani aspiranti missionari, un anno come direttore spirituale a Tortolì, in Sardegna, e per otto anni vice rettore in varie case apostoliche. Poi, finalmente, nel 1961 aveva ottenuto di partire per l’Indonesia. Si può dire che, con quella partenza, si sentiva realizzato.
Scrivendo al superiore generale da Padang, racconta il lungo viaggio in nave (più di un mese) e l’arrivo. I primi contatti con gli indonesiani li ha avuti con i soldati della nave: sei erano cristiani e partecipavano alla Messa; tra essi, il capitano Iovianius Laurentius.
Dopo sette mesi dall’arrivo a Padang, p. Ildo è nominato superiore religioso dei saveriani in Indonesia. Una sorpresa per lui, perché era l’ultimo arrivato, conosceva appena la lingua e non aveva alcuna esperienza di missione.
Le inevitabili mancanze, dovute all’inesperienza, hanno costituito una prova per lui e forse anche per qualche confratello.
46 anni a S. Pietro in Vincoli
Allo scadere del quadriennio come superiore, p. Ildo è richiamato in Italia e inviato a San Pietro in Vincoli come vice maestro dei novizi: un compito consono alle sue qualità spirituali. Dopo una parentesi di due anni ad Ancona, torna a San Pietro in Vincoli, dove rimane dal 1968 fino alla morte: 46 anni! Qui ha coperto vari incarichi: vice maestro dei novizi, rettore della comunità, economo, incaricato dei benefattori e dei parenti dei missionari.
In questo lungo periodo la casa di San Pietro in Vincoli subisce varie vicende. Cessa di essere sede del noviziato e si pensa di venderla. L’intervento e l’insistenza di padre Chiari per conservare la casa e farne un “centro di spiritualità” è determinante. Negli anni ‘80 la proposta di p. Chiari è finalmente accettata.
Un uomo di preghiera
Nel 1984 arrivano a San Pietro p. Giuseppe Nardo e p. Giuseppe Arrigoni, che restaurano la casa, rendendola idonea per diventare un “centro di spiritualità”. L’auspicio era che gruppi di ogni tipo approfittassero del nostro centro, attingendo uno spirito missionario dall’ambiente e dal contatto con i saveriani. Così è avvenuto: la casa è un faro di spiritualità per le diocesi della Romagna, ma è anche un centro di accoglienza dei saveriani d’Italia per i loro esercizi spirituali e per i vari incontri comunitari.
In tutti questi anni, p. Ildo continua il suo apostolato, tenendo i contatti con i benefattori, con i parenti dei missionari e con tutte quelle persone che avvicina, creando così una rete di benevolenza e di amicizia. Soprattutto è stato un uomo di preghiera.
Siamo certi che dal cielo continuerà la sua opera. I parenti si consolino con la fede. Anche noi saveriani ora abbiamo un protettore in più, nella gloria di Dio.