Questa mattina, sono andato a cambiare la batteria all’orologio. Di fronte a me c’erano alcune persone che aspettavano di essere servite. Nel frattempo, mi sono divertito a vedere con quale abilità e precisione l’orologiaio sistemasse quei meccanismi microscopici.
Il piccolo negozio-laboratorio era pieno di orologi di diversi tipi e io ho potuto riflettere sull’idea del tempo. Quello trascorso in Italia per le vacanze che, invece di essere di due mesi, sono diventati più di nove. Un tempo strano, vissuto isolato, insieme ai miei genitori, a causa del lockdown. Un tempo fuori dai miei impegni quotidiani in parrocchia a Manila e comunque un tempo di grazia, dedicato a pregare un po’ di più, a coltivare il rapporto con i miei genitori, mio fratello e mia cognata, i nipotini e poi parenti e amici. Ma ho avuto anche l’opportunità di poter mantenere i contatti con i parrocchiani nelle Filippine.
Poi, è arrivato il sospirato permesso per rientrare in missione. Il 12 ottobre sono arrivato a Manila, tornando alla mia parrocchia di San Francesco Saverio e alle mie attività. Pensavo ci fossero meno attività pastorali, ma la condizione non grave delle Filippine dal punto di vista del coronavirus, ci ha consentito e ci consente di continuare buona parte del nostro lavoro pastorale e di mantenere alta questa tensione verso la missione, i lontani, i meno fortunati, i dimenticati, gli ammalati e coloro che, per tante ragioni, si sono allontanati dalla Chiesa. Questo tempo che ci costringe a contingentare le nostre attività si sta, in realtà, riempiendo di qualcosa di nuovo.
Dedichiamo e viviamo di più la vita comunitaria. Si chiacchiera più a lungo durante i pasti. Ci cimentiamo nel preparare qualche specialità del nostro paese. Abbiamo tempo per vedere alcuni film insieme. Abbiamo ripreso la preghiera dei vespri che, prima, a causa di dei numerosi impegni, era lasciata all’impegno personale.
C’è più tempo per leggere e riflettere. La pastorale, a volte, assorbe molte energie e, quindi, è limitato il tempo per l’aggiornamento. Ora possiamo arricchirci dal punto di vista spirituale e intellettuale.
Ci accorgiamo della necessità di offrire più tempo all’ascolto delle persone. Molti si ritrovano a vivere situazioni di disagio e non potrebbe essere altrimenti, a causa della mancanza di lavoro, di precarietà sul futuro, unita a una vita sociale ridotta e forzatamente limitata a causa del contagio.
Per noi cristiani, tutto il tempo è un momento di grazia. A volte, il tempo corre molto veloce. Altre volte sembra fermarsi e ci ritroviamo a vivere momenti di scoraggiamento e smarrimento. Guardando alla mia vita e ascoltando la testimonianza dei miei confratelli, effettivamente stiamo vivendo un tempo difficile. Però, mi chiedo: cosa vuole il Signore da me in questo momento? Cosa posso imparare, come posso arricchirmi, quali sono le abitudini che sono chiamato a cambiare e quali le scelte, le nuove vie che personalmente sono chiamato a percorrere? Tutte domande vere e autentiche per noi tutti che siamo nelle Filippine e per voi che siete in Italia. Buona missione!
