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Un missionario per amico /3, Fondatore dei saveriani

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"André, lo sai perché i saveriani si chiamano così?", chiese Sunardi. "Ma certo", rispose André, che veniva dal Camerun.

Guido aveva letto la vita di san Francesco Saverio. Voleva andare anche lui in India e Giappone. Visto che il vescovo di Parma aveva bisogno di lui, decise di trasmettere questo suo desiderio ad altri e fondò la congregazione dei saveriani.

La colpa, se così si può dire, è sempre di quell'incontro con il Crocefisso nella chiesa della Pace a Parma. Da quel giorno Guido ha cominciato a farsi questa domanda: "Gesù, che cosa vuoi da me?".

Andrè si ferma un momento. Tutti restano in silenzio, per cercare di dare una risposta personale a questa domanda. Poi continua.

All'inizio erano pochi. Guido aveva anche altre responsabilità nella sua diocesi di Parma. Ma chiede al vescovo di poter cominciare questa nuova avventura. Lui la chiama "il nido degli aquilotti": i suoi missionari dovevano essere pronti a volare dappertutto per far conoscere Gesù.

- "Sono arrivati anche in Camerun", gli disse Sunardi.

Certo. Ma di questo e di altro ne parlerà la nostra amica Riziki, più avanti, rispose André. Un attimo di sosta, ripensando alle foreste del suo paese. Poi continuò.

Facciamo un po' di storia con più calma. Guido aveva 25 anni, quando cominciò a pensare a questa avventura. Scrisse anche a Roma a quelli di "Propaganda Fide", quelli che si interessano, a nome del Papa, di far conoscere in tutto il mondo la Parola di Gesù.

Aveva 29 anni quando gli arriva una lettera di incoraggiamento del cardinale, responsabile di questa attività della chiesa. Ma il vescovo, che aveva sospettato qualcosa, lo nomina vicario generale della diocesi, pensando così di farlo restare a Parma. Ma chi guida la strada di ognuno non siamo noi; c'è Qualcuno di più importante.

- "Ma ti ricordi la data di quando tutto è cominciato in modo ufficiale?", chiese Sunardi.

Aspetta che guardo in questo libro di padre Luca, riprese André. Ecco, c'è scritto che «il 3 dicembre 1895, festa di san Francesco Saverio, fu inaugurato il nuovo istituto, presenti il vescovo, molti sacerdoti e ammiratori e fu messo sotto la protezione di san Francesco Saverio, apostolo delle Indie. Si trovava in Borgo del Leon d'Oro, n° 12, a un centinaio di metri dal seminario. I primi aquilotti erano 17. Pian piano aumentarono. Finché, finalmente, il 24 aprile 1900 fu messa la prima pietra in Campo di Marte, dove c'è l'attuale casa dei missionari saveriani».

André si ferma per bere un succo di frutta. Aveva la lingua secca per il gran parlare.

Mi dimenticavo, concluse: Il papa poi gli chiederà di diventare arcivescovo di Ravenna. Ma di questo vi parlerà il nostro amico Oscar, dalle Filippine.

(continua)



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