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Monsignor Guido da Roma scrive subito due lettere a Ravenna: una ai fedeli e una ai preti. Le due lettere sono datate 11 giugno 902, lo stesso giorno della sua consacrazione a vescovo, e sono spedite da Roma "Fuori Porta Flaminia", dove inizia la via Flaminia che da Roma porta fino a Ravenna.

Ai fedeli scrive: "Carissimi figlioli, non vedo l'ora di venire in mezzo a voi e abbracciarvi! Vengo con cuore di amico, di fratello, di padre, per farvi del bene e per farvi conoscere e amare sempre più Gesù Cristo... Vi benedico". + Guido Arcivescovo.

Al clero di Ravenna scrive: "Carissimi sacerdoti, voi siete i miei collaboratori: diamoci la mano e lavoriamo insieme per il bene della gente. Studiate la Bibbia e siate santi, per essere come il Buon Pastore Gesù...  Pregate per me. Dio vi benedica". + Guido Arcivescovo.

Il viaggio verso Ravenna

A quel tempo per i vescovi ci voleva il permesso del governo ("expedit"), che arrivò solo a dicembre 1902.

Intanto, a Ravenna, sono contenti del giovane vescovo che deve arrivare, perché sanno che ha un cuore grande. Ma la sua vita nella nuova diocesi non è stata facile...".

La data fissata per il viaggio da Parma a Ravenna era il 4 gennaio 1903, ma non era stata comunicata l'ora dell'arrivo alla stazione ferroviaria. A turno, preti, autorità e fedeli si davano il turno per dare il "benvenuto" al nuovo vescovo.

È già notte. L'ultima corsa del treno da Bologna si ferma a Ravenna, ma il vescovo non c'è. "È inutile aspettare. È tardi. Verrà domani!", dicono i monsignori e le personalità, ormai scoraggiati.

Invece, per evitare i brutti scherzi degli anticlericali, mons. Conforti con il segretario scende dal treno alla stazione di Godo, 12 chilometri prima di Ravenna; e senza che alcuno lo veda, sale su una carrozza per proseguire fino a Ravenna.

Giunto alla casa del vescovo, al rumore della carrozza, alcuni giovani accorrono per salutarlo. Mons. Conforti ha già fatto la prima rampa della scala, si volta, li benedice sorridente e dice: "Eccomi, sono vostro per tutta la vita!".

La Messa Pontificale a Ravenna

È la festa dell'Epifania del 1902: mons. Conforti celebra la prima Messa nel duomo di Ravenna, affollata di sacerdoti e fedeli, venuti anche da Parma. Egli predica una lunga omelia, con parole affettuose e chiare, che rivelano la traccia del suo lavoro pastorale nell'arcidiocesi.

"Cari Ravennati, sono qui per dare a voi il vangelo di Cristo e per amarvi... Diamoci la mano e uniamo gli sforzi per rendere più viva la fede cristiana.... Vi amo tutti come figli, specialmente i poveri, i sofferenti e chi ha abbandonato la buona strada. Come Gesù, sarò dolce con chi sbaglia, ma fermo contro l'errore, perché non si può accomodare il vangelo...".

Lavoro pastorale a Ravenna

A Ravenna, come gli aveva detto il Papa, ci sono molte cose da sistemare. C'è odio contro la chiesa; c'è invidia anche tra i preti... Conforti parla con il suo ausiliare mons. Maffi e afferma subito che vuole fare la visita pastorale: "Voglio visitare tutte le parrocchie, incontrare la gente, parlare con i miei preti...".

Chiama a riunione tutti i preti di Ravenna, li incoraggia nella vita sacerdotale esemplare: "Faremo il ritiro spirituale ogni mese; vi raccomando di studiate la bibbia e di essere santi e zelanti...". Qualche prete non è soddisfatto e lo denigra per le sue parole: "Sono stupidaggini! Questo vuole farci diventare santi!".

Il nuovo vescovo insiste molto sulla buona formazione dei bambini ai sacramenti: "Voglio che i bambini imparino le preghiere e il catechismo. Preparate bene i catechisti in ogni parrocchia...". A chi dice di non avere catechisti nella propria parrocchia, risponde: "Allora fate voi stessi il catechismo ai vostri bambini!".

Incontra anche i laici dell'Azione cattolica e delle altre associazioni, gli scout... Ai seminaristi dice: "Voi siete la pupilla dei miei occhi. Preparatevi a essere come Gesù, Buon Pastore". Ma i professori del seminario si alzano ed escono dalla sala".

Una situazione davvero difficile

Forse per il clima, forse per l'intenso lavoro, forse per le contrarietà che più volte si manifestano soprattutto tra i suoi sacerdoti..., lo stato della sua salute peggiora: tosse, febbre, insonnia e perfino due sbocchi di sangue.

Il medico visita mons. Conforti e, temendo il peggio, gli parla con chiarezza: "La situazione è grave. Le ordino riposo assoluto. Vada in montagna...".



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