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Sono al cellulare e sto conversando con p. Giuseppe Cisco in video-chiamata. Parliamo e ci vediamo come se i 12mila chilometri che ci separano, la distanza tra l’Italia e le Filippine, siano di colpo accorciati e mi ritrovi a parlare con il vicino della porta accanto. Padre Giuseppe mi invita a prendermi l’impegno di raccontare la nostra missione a Manila, attraverso la pagina di “Missionari Saveriani” di Zelarino. Sono molto contento e per la testa inizia a frullarmi un’idea. Perché non chiedere ad un filippino che vive in Italia, la sua esperienza “di missione”, nel nostro Paese?
Non perdo un attimo di tempo e scrivo a Quintin Madrigal Malinay (detto Nong), il leader della comunità filippina di Mestre-Venezia. L’ho conosciuto la scorsa estate, durante la mia lunga permanenza in Italia dovuta al Covid-19. Accetta con entusiasmo e allora ecco qui, quello che ha voluto condividere con noi.

Avevo appena finito gli studi al “college” nelle Filippine, quando mia sorella mi propose l’opportunità di andare a vivere in Italia. Ho accettato ed ero molto felice, perché sapevo che avrei avuto molte occasioni ed avrei vissuto esperienze nuove. Sono arrivato a Venezia il 19 gennaio 1995, grazie a una signora, amica di mia sorella, che mi offrì un regolare contratto. Appena uscito dall’aeroporto di Marco Polo, ho sentito subito la differenza di temperatura in confronto alle Filippine, io così abituato alle caldissime temperature tropicali.

Notai subito la diversità della lingua e pensai tra me e me che mai sarei uscito a capire e a parlare l’italiano. Per questo motivo, all’inizio facevo fatica a comunicare, anche perché, a quell’epoca, pochi italiani parlavano l’inglese. Sono arrivato durante il periodo del carnevale di Venezia e vidi come questa città fosse stupenda e unica nel suo genere. Infatti, me ne innamorai subito.
Osservai soprattutto che gli italiani, specificamente i veneziani, sono molto accoglienti e generosi. Mi accorsi anche che a Venezia c’erano molti filippini, che si incontravano ogni domenica per andare a Messa.

Con il passare del tempo, constatavo che i miei parenti erano sempre impegnati con le loro vite, tra attività e lavoro. Per poter conoscere nuove persone e comunicare, avrei dovuto fare di tutto per imparare la lingua. Attraverso i giornali e la televisione e sentendo ogni giorno le persone che la parlavano, imparai piano piano a comprenderla e a parlarla. Iniziai anch’io a lavorare come domestico per una famiglia veneziana molto benestante. Successivamente, sono passato in un cantiere nautico al Lido di Venezia come guardiano notturno. E sono ancora lì da ormai quasi 23 anni.

Vivo nella bellissima Venezia con mia moglie e i miei due figli e, grazie alle esperienze vissute in passato, ho capito che bisogna essere coraggiosi nell’affrontare ogni difficoltà e cogliere qualsiasi opportunità che ci viene data, soprattutto avere forza di volontà per vivere al meglio.

Ringrazio vivamente “Nong”. Gli ho proposto di continuare a condividere aspetti della sua vita, di quella della sua famiglia e della comunità filippina. Ha accettato ben volentieri. Per cui, vi invito a leggere i prossimi numeri di “Missionari Saveriani”. Scopriremo di più e meglio la sua vita e quella dei nostri fratelli e sorelle immigrati nel nostro Paese. Perché siamo… “Fratelli Tutti”.



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