Tengono in vita un filo di speranza
I Saveriani in Sierra Leone
I padri Franco Manganello e Victor Mosele, dopo tre mesi di "convivenza" con i ribelli a Kambia e Madina, in Sierra Leone, a Natale sono tornati in Italia per visite e un breve periodo di riposo. Ho invitato p. Franco al nostro incontro del gruppo di preghiera per le vocazioni e le missioni del terzo giovedì del mese. Ero in debito con lui: tre anni e mezzo fa, tra una rivoluzione e l'altra, ero tornato a visitare la mia missione.
Padre Franco e la sua gente mi hanno riservato un'accoglienza molto calorosa proprio a Madina. Ora ho cercato di ricambiare quel benvenuto con la preghiera di ringraziamento al Signore per avercelo conservato in mezzo a tante avversità.
Padre Franco ci racconta non solo le atrocità della guerra, le sofferenze che ha visto e vissuto, e perfino la morte che lo ha sfiorato più di una volta, ma anche aspetti di bontà che sostengono la fiducia in un futuro migliore. Per la gente di Madina e dintorni la presenza dei missionari significava speranza per un domani. E se li tenevano cari.
Racconta p. Franco. "I cristiani ci hanno sempre procurato un supplemento di cibo al poco che ci passavano i ribelli. Pensate che in 90 giorni ci hanno portato 42 gallinelle, cercate nei villaggi più lontani, perché a Madina era impossibile trovare polli, capre o anche gatti. Nei locali della missione avevamo dei giovani con i quali condividevamo la preghiera e qualche ora di lavoro.
Perfino con i ribelli si poteva trattare con una certa amicizia; se non fosse per certe influenze negative e per sporchi interessi esterni, la guerra non ci sarebbe mai stata o almeno sarebbe finita da tanto tempo".
Rivolgendosi poi a p. Amedeo ed al sottoscritto, quasi con tono di sfida, prosegue: “Se arriva la pace ci sarà tanto lavoro anche per voi. Preparatevi a partire di nuovo”. Nell’attesa che tutto questo diventi realtà, il nostro gruppo con la sua preghiera rafforza il filo di speranza che mantiene ancora in vita i missionari e il popolo della Sierra Leone.