Tante occasioni di solidarietà
Il giorno dell’inaugurazione dell’Expo di Milano, popoli e culture del pianeta hanno avuto tempo e modo di osservare due centurie di black block mascherati e armati di spranghe, che devastavano il centro di Milano.
Il giorno successivo, la televisione mostrava migliaia di cittadini che davano volto ai fermenti di bontà che irradiano dal cuore umano. Servendosi di strumenti di cucina, quelle persone hanno ripulito facciate di palazzi e strade imbrattate.
In quegli stessi giorni all’aeroporto di Kathmandu atterravano medicinali, viveri, tende e vestiario, destinati ai terremotati del Nepal. Ma, il volume della solidarietà era tale da bloccare la burocrazia incaricata della distribuzione. Stessi scenari umani si ripetono attorno ai barconi di gente in fuga dai paesi poveri: una parte di umanità li abbandona alle onde; un’altra parte dell’umanità rischia la pelle per salvarli.
La strada della missione
Papa Francesco è arrivato alla ribalta mondiale solo due anni fa. Subito ha imboccato la strada della missione. E la missione, giorno dopo giorno, lo ha spinto ad abbracciare gli handicappati, a lavare i piedi ai prigionieri, a indicare i peccati della curia Vaticana, a dire che l’abbandono degli anziani è un genocidio e che il lavoro dà speranza di vita ai giovani, a invitare i mafiosi a convertirsi, a ricordarci che
“Dio perdona sempre; gli uomini perdonano qualche volta; ma la terra non perdona mai…”.
In appena due anni, papa Francesco è diventato un punto di riferimento, per chi crede e chi non crede. Molti, dopo averlo visto e sentito, si sono sentiti scaldare il cuore; molti hanno potuto sentirsi amati da Dio, al di là dei loro limiti, e stanno ritrovando la loro dignità e l’amore per i fratelli.
L’invito del centro missionario di Como
Anche in diocesi di Como si sono attivati numerosi gruppi finalizzati alla solidarietà.
E sono proprio questi gruppi ad avvicinare persone e culture di provenienza diversa.
In altri tempi, la solidarietà verso i poveri del terzo mondo era gestita soprattutto dai gruppi missionari parrocchiali.
In tutto questo movimento, si registra un’altra buona notizia: il centro missionario di Como ha invitato le commissioni missionarie, i gruppi missionari parrocchiali e altri gruppi che appoggiano le missioni, a raccontare la loro creatività, in particolare quella che aiuta la gente a vivere e crescere più dignitosamente e a sentirsi stimolati a fare il bene.
Da parte mia ci tengo ad assicurare lettrici e lettori di “Missionari Saveriani” sull’importanza della loro preghiera perché la richiesta del nostro centro missionario diocesano trovi l’ascolto e la partecipazione che merita.