Siamo arrivati a Salerno /1: ''La vita missionaria è davvero bella!''
Aeroporto di Douala in Camerun: ultima chiamata per il volo verso l'Europa. Dopo circa 6.000 chilometri arrivo a Parigi. Cambio di aereo e via verso l'Italia. Viaggio veloce fino a Roma e biglietto per Salerno, dove sono arrivato la sera di un sabato di settembre.
Gioco di squadra
Sono p. Oliviero Ferro, di origine piemontese, ma con il cuore aperto al mondo. Ho lavorato in Sardegna, Calabria, Congo e ultimamente in Camerun, nella nuova parrocchia saveriana San Giovanni Battista a Nefa - Bafoussam.
Come bravi sportivi, i missionari devono andare a giocare dove la loro squadra si sposta. L'importante è giocare bene e, se possibile, cercare altri nuovi giocatori per la squadra di Dio. L'ingaggio non è molto alto, ma c'è la garanzia che l'allenatore - e anche... il Presidente - hanno piena fiducia nei giocatori.
Farò del mio meglio
Ora sono qui a Salerno e mi metto a disposizione per far conoscere a tutti la bellezza di essere missionari. In Africa mi sentivo a casa, come mi sento a casa qui a Salerno. Ogni giorno incontriamo tante persone che ci incoraggiano, ci stimano e ci vogliono bene.
Vedo che qui arrivano tanti giovani. A loro voglio dire che è bello essere missionari e donare la vita per i fratelli. Ma, come gli atleti, bisogna allenarsi ogni giorno facendo del bene, facendo della propria vita un esempio di bene. Diceva il fondatore degli scout: "bisogna lasciare il mondo migliore di come l'abbiamo trovato; bisogna fare del nostro meglio". Allora sarà più facile sentirci bene anche dentro.
Per ora mi fermo qui. Vi ringrazio per l'accoglienza e sappiate che sono a disposizione per camminare insieme a voi sulle vie del mondo.