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Si consacrano a Dio, Le vocazioni missionarie in Africa

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Jean Baptiste, 24 anni: "Ho deciso di entrare fra i saveriani, quando mi sono reso conto che il missionario lascia tutto quello che ha di più caro per andare altrove ad annunziare il vangelo - mi dice - e ho visto che essi si preoccupano dei più poveri". Léonidas, 25 anni, ha scelto i saveriani, "perché i missionari si mettono al servizio della chiesa e della gente". E ora ha una sola paura: quella di non farcela con gli studi, perché ha sentito che la scuola di filosofia che dovrà frequentare in seminario è molto esigente e nessuno può permettersi di essere bocciato!

Gli altri due amici che vivono nella stessa comunità di formazione dei saveriani, e che si chiamano entrambi Désiré, 21 e 23 anni, affermano di aver sentito il desiderio di essere missionari mentre erano alla ricerca della loro vocazione nella vita. Sono stati impressionati dalla parola e dalla testimonianza di padre Modesto, il saveriano trentino, animatore delle vocazioni missionarie in Burundi.

Esclusivamente missionari

Sto parlando di quattro giovani burundesi che da qualche mese sono nella nostra comunità di Bujumbura, la capitale del Burundi. Si stanno preparando a percorrere la strada della missione. Sono appena all'inizio. La strada da percorrere è ancora lunga: una diecina di anni e più.

Raggiungeranno altri saveriani africani, latino americani e asiatici che ormai sono parte viva della nostra famiglia saveriana e che stanno già lavorando in paesi e culture diverse da quelle d'origine.

A volte la gente ci chiede perché questi giovani sono mandati lontani dalla loro terra, quando in Africa c'è bisogno di nuovi missionari, mentre noi che veniamo dalle vecchie chiese stiamo diminuendo di numero. La risposta è facile: mons. Conforti ci ha voluti esclusivamente missionari. Questo è il nostro carisma, la caratteristica dei saveriani: dire a ogni chiesa che la salvezza non viene dalla nostra buona volontà, ma solo da Dio, che è venuto fra noi come ospite e pellegrino e ha messo la sua tenda tra noi.

Cristo chiama anche oggi

I nostri quattro amici - con la guida dei saveriani p. Pierino, p. Modesto e p. Giovanni - stanno cercando nel discernimento, nella preghiera e nella vita comunitaria di decifrare la consistenza di questa chiamata. È interessante ascoltare la loro esperienza e vedere come Dio chiama anche oggi, anche in una situazione come quella del Burundi, dove la guerra ha causato danni anche alla crescita e alla fioritura della chiesa.

Invece i seminari, i noviziati e le case di formazione dei religiosi e delle religiose, sono pieni. Cristo continua a percorrere i sentieri di questo splendido Paese, passa fra i banchi delle scuole (elementari, medie, superiori), e invita i giovani a seguirlo per diventare "pescatori di uomini".

Che il seminario diocesano sia pieno di seminaristi, può sembrare cosa scontata: in fondo, diventare preti qui, come da noi fino a una cinquantina d'anni fa, può essere un modo per avere un buon futuro e una posizione sociale assicurata.

Lasciare tutto costa molto

Ma quando vediamo giovani come i nostri quattro (ne abbiamo altri che stanno percorrendo il primo ciclo della formazione) chiedere di farsi missionari, con la previsione chiara e sicura di essere mandati a svolgere il proprio apostolato in altri paesi d'Africa e del mondo, non è più così scontato. Richiede una decisione di notevole impegno. Lasciare la propria famiglia e il proprio mondo costa molto!

Hanno un diploma di scuola superiore e sono coscienti che dovrebbero impegnarsi qui, per far uscire il loro Paese dai disastri della guerra e del dopo-guerra. Hanno però capito che il mondo è più grande del Burundi e che la chiesa attende il loro impegno per esprimere la sua cattolicità. Accogliere la chiamata missionaria del Signore per la missione è il segno di una chiesa che sta maturando.

Qui in Burundi, come altrove, in aprile si celebra la giornata delle vocazioni. In questo Paese, l'espressione "quelli che si consacrano a Dio" indica tutte le vocazioni: quella dei preti diocesani come quella dei religiosi e delle religiose. Tutti però sentono che la vocazione missionaria è diversa da tutte. Ed essa attira ancora i giovani.



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