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Se protagonisti sono i ragazzi…

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Quando ho letto lo slogan dei campi estivi 2011 - "Missione a tempo pieno" -, mi sono chiesto dove avrei potuto trovare qualcuno a cui chiedere spiegazioni. Mi sono detto che dovevo andare a tutti i costi ad Olevano. Là avrei incontrato ragazzi che forse avevano una risposta anche per me.

Fare bene stando insieme

E allora via! Una mattina di inizio giugno, con il cielo coperto e qualche goccia di pioggia. La piazza della chiesa della Madonna delle Grazie di Monticelli (frazione di Olevano) si stava riempiendo di ragazzi e ragazze. Posteggio l'auto con qualche fatica. Poi mi avvicino e chiedo se potevano rispondere a qualche domanda. Prima un po' esitanti, poi con la voglia di parlare, mi "accerchiano" intorno alla panchina.

Facciamo conoscenza: sono simpatici. Vengono da Battipaglia e da alcune frazioni di Olevano, in particolare Ariano. Sono ragazzi e ragazze della scuola media. Qualcuno ha già partecipato lo scorso anno al campo di lavoro organizzato dai saveriani, per altri è la prima volta. Parto con le domande, e cerco di ascoltare le loro risposte che sono interessanti. Per loro il campo è un'occasione di stare insieme per aiutare le persone meno fortunate.

È bello aiutare gli altri

La giornata si svolge in due momenti. All'inizio, ci si raduna per conoscersi, pregare, raccogliere i vestiti da vendere (il ricavato andrà in missione). Il pomeriggio, invece, è dedicato alla formazione: i ragazzi conoscono testimoni come Annalena Tonelli, madre Teresa, Giovanni Paolo II e mons. Guido Conforti.

Ognuno è introdotto da un verbo che rimane nella mente e nel cuore di questi amici: amati, chiamati, radunati, inviati. Sono testimoni coraggiosi che hanno dato la loro vita per gli altri. Su un mattoncino, ogni partecipante è invitato a scrivere chi è e a chi vuole bene.

"È bello conoscere e aiutare gli altri, dicono i ragazzi; ci fa sentire bene". Non sono in tanti (una trentina); hanno invitato i loro amici, ma come spesso capita, le scuse si sprecano. A questi ragazzi non è costato molto rinunciare a stare a casa. L'importante è essere insieme, condividere e ricevere.

Hanno visto che diverse persone facevano fatica ad aprire loro la porta, mentre altri li accoglievano bene, con generosità. È un momento importante della loro vita.

Auguriamo a tutti loro di non dimenticare questi momenti vissuti insieme, che aiutano a crescere.



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