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"Sarete i miei martiri": Testimoni oltre ogni confine

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Quando Gesù ha mandato i suoi discepoli nel mondo, ha detto loro: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura …”. Così è cominciata quell'avventura che continua anche oggi e che porta tanti cristiani ad annunciare la lieta novella del regno, di Dio che è apparso in Gesù.

Nel vangelo di Luca e nel libro degli Atti, che ne è la continuazione, il Signore dà lo stesso comando con altre parole: “Mi sarete testimoni …fino agli estremi confini della terra”.

Noi testimoniamo che “Gesù ha ragione”

Essere testimoni, testimoniare, dare testimonianza sono espressioni che dicono non solo la missione, ma anche il suo contenuto. I missionari rendono testimonianza a quello che Gesù ha detto e fatto, alla sua parola, alla sua morte e risurrezione, al suo comandamento nuovo, quello dell'amore che si dona gratuitamente. Il missionario dice a tutti, sempre con la sua condotta e, ogni volta che è possibile, anche con la sua parola, che Gesù ha ragione .

Cioè: è proprio vero che amando costruiamo un mondo nuovo , nella civiltà dell'amore; amando siamo in grado di riconciliare e riconciliarci, impediamo ogni guerra, superiamo le divisioni, rinnoviamo la convivenza umana, aiutiamo chi soffre, chi è solo... Per dirla con una sola parola, diventiamo davvero quelle persone che Dio ha progettato nel suo disegno creatore: persone fatte “a immagine di Dio”; persone pienamente realizzate.

Martiri della missione nell'anno dell'Eucaristia

È chiaro che spesso, quando i missionari testimoniano queste realtà del Cristo e della loro fede, molti ne sono affascinati e sentono che questa è la strada giusta; altri invece, che si sentono contraddetti nelle loro scelte, si indignano e arrivano perfino a eliminare questi testimoni. Allora, quando il testimone viene soppresso, la testimonianza raggiunge il massimo . E noi la chiamiamo martirio . Questa parola, che ci attira e ci spaventa nello stesso tempo, significa proprio testimonianza ; anzi, la testimonianza per eccellenza.

Il primo martire è Gesù Cristo e noi, che ne condividiamo la missione e il destino, possiamo essere chiamati non solo a essere testimoni con la parola, ma anche con il sacrificio della vita. Il numero dei missionari e delle missionarie martiri cresce ogni anno e la chiesa dedica alla loro memoria il giorno 24 marzo, anniversario della morte dell'arcivescovo di San Salvador, mons. Oscar A. Romero, assassinato nel corso della celebrazione eucaristica.

Quest'anno, anno dell'Eucaristia, la memoria dei martiri missionari cade provvidenzialmente il giovedì santo , il giorno della suprema testimonianza di Gesù, anticipata nel sacramento dell'Eucaristia. È dall'Eucaristia che viene anche oggi la forza di testimoniare e di amare fino alla fine .

Sono i nostri “maestri”

Noi ricordiamo i nostri martiri saveriani. Sono undici che nel corso del secolo ventesimo hanno dato la vita per la loro fedeltà alla missione, in Cina, in Africa, in America Latina, in Bangladesh. Sono stati testimoni del Signore fino alla fine , solidali con i fratelli come Lui fino alla croce . Il missionario, anche quando non muore martire, è uno che afferma con la sua vita la verità dell'incarnazione di un Dio che, messa la tenda tra di noi, non ci abbandona più, neppure quando infuria la tempesta. E per questo diventa testimone del comandamento nuovo del Signore: “Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amato ”. Quando questa scelta riceve anche il sigillo del sangue, allora la testimonianza raggiunge il massimo .

Non vogliamo però ricordare solo i martiri saveriani. Tra i martiri della missione ci sono anche tanti altri, preti, religiosi e religiose, catechisti e capi-comunità, semplici laici e laiche che hanno saputo amare fino a dare la vita. Con essi vogliamo ricordare anche quelli che si sono esauriti nel dono di se stessi e sono morti magari nell'infermeria della nostra casa madre di Parma. Anche questi sono nella nostra memoria come persone che ci hanno preceduto nella missione e che sono per noi maestri nel dono di noi stessi, in ogni momento della nostra vita, fino alla fine .

Il martirio trasfigura il discepolo di Gesù in un'immagine del Signore crocifisso. Ma è anche il segno della speranza, perché la croce diventa risurrezione e inizio di un mondo nuovo. Buona Pasqua!

Eucaristia e missione 3 - speranza. Nel mese dei martiri, ravviviamo la fiducia che le loro vite donate diventino semi fecondi di fraternità tra i popoli.

Insieme ai martiri dell'umanità, seminiamo la speranza nel nome del Signore, come la madre e il suo bambino.


(Foto di S. Benedetti)



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