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Sant’Antonio e san Paolo per riflettere

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Giovedì 7 febbraio, la comunità saveriana di Zelarino è andata ai santuari Antoniani di Camposampiero per una giornata di ritiro. Siamo stati aiutati a riflettere sulla figura di sant’Antonio. Era un giovane brillante che diventa presbitero e lavora nel convento di Coimbra. Lui pensava di guidare la sua vita. Poi un giorno ospita dei frati che ritornano dalla Terra Santa e gli viene il desiderio di andare ad annunciare Gesù. Parte per il Marocco, ma una febbre lo blocca laggiù e deve tornare indietro.

ze ritiro sx CamposanpieroDio comincia a guidare la sua vita. Gli viene detto che ad Assisi c’è un grande raduno di frati. E allora con dei compagni parte a piedi dalla Sicilia. Là troverà qualcuno che lo inviterà ad andare in un convento della Romagna, dove svolgerà le funzioni più umili. Un giorno, durante un’ordinazione presbiterale, viene invitato caldamente a predicare e tutti si accorgono della sua facilità ad annunciare la Parola di Dio. Da quel momento non avrà più riposo. E sarà soprattutto Padova il centro del suo ministero, non solo di predicazione, di invito alla conversione e alla confessione, ma anche di denuncia delle ingiustizie e di pacificazione. A Camposampiero è famosa la sua predica sul noce per la gente dei dintorni e da lì sarà portato a Padova, dove sarà sepolto in quella che diventerà la basilica attuale. Insomma, Dio gli ha chiesto di abbandonare un progetto personale per seguire il suo. Lo stesso vale anche per noi, nel nostro cammino vocazionale. Nel pomeriggio abbiamo visitato anche i vari luoghi della sua presenza. Insomma, è stato un momento di riflessione e di tanti pensieri per il futuro.

Il giorno dopo, a Feriole di Teolo, si è trovato il Suam (Segretariato unitario di animazione missionaria) che riunisce tutti gli Istituti missionari del Nordest. P. Renzo ci ha presentato la vicenda di Paolo che all’inizio voleva dare un suo orientamento alla missione, ma lo Spirito lo obbliga a cambiare strategia, sia di luogo che di metodo. È lo Spirito il protagonista della missione. Durante la riflessione personale, abbiamo avuto la possibilità di rivedere un po’ la nostra vita. Ognuno di noi ha presentato come lavora nella sua zona. Il pranzo insieme è stato molto bello, perché a tavola è facile condividere. Rappresentavamo nove Istituti missionari diversi. Poi, siamo stati condotti al monte della Madonna, sulle colline dei dintorni, per allargare il nostro sguardo verso l’infinito. Ci siamo confrontati sui programmi futuri, soprattutto in relazione all’ottobre missionario straordinario 2019 che Papa Francesco ha fortemente voluto. I momenti di fraternità tra noi, oltre a cementare l’amicizia, ci aiutano a condividere gioie e difficoltà dell’impegno missionario in Italia.



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