Salubong, incontro di vera gioia
“Di fronte a me, ai piedi della croce vedo mia madre Maria con altre due donne che continuano a piangere. Vicino a loro ci sono i soldati e tanta gente in silenzio. Qualcuno ha pure le lacrime agli occhi”. Ho immaginato per un momento di entrare negli occhi del giovane che è stato scelto per ricoprire il ruolo di Gesù. La gente in silenzio sono i parrocchiani di San Francesco Saverio, che partecipano alla Via Crucis portata in scena dal gruppo giovani per le strade della parrocchia.
Non è facile trovare un ragazzo disponibile e pronto a “diventare Gesù”. Sembra sentano la responsabilità di questo ruolo. Ma, al momento della crocifissione, anche se la posizione non è comoda, è un luogo privilegiato per osservare con quale devozione e intensità i filippini partecipino alla drammatizzazione della Via della Croce. Non siamo in Chiesa, ma comunque il tutto è avvolto da un’atmosfera di raccoglimento, di solennità, di tragedia, che ci fa toccare con mano quanto Dio abbia amato il mondo, tanto da farsi trattare come un criminale ed essere disposto a consegnare la sua vita nelle mani di altri, sapendo che sarebbe stato ucciso.
Il Venerdì Santo è al centro della Settimana Santa. Ma desidero condividere cosa avviene prima e ciò che segue il “Good Friday”.
Nelle Filippine la Settimana Santa si apre con la solenne celebrazione delle Palme. Finalmente, dopo 2 anni di pandemia abbiamo potuto radunarci in una delle aree della parrocchia, prima dell’alba, e compiere il gesto della benedizione delle palme, per testimoniare lungo le strade della parrocchia che intendiamo seguire Gesù a Gerusalemme. Per i filippini, i segni dell’acqua, delle palme, delle ceneri sono impregnati di significati. Le persone si sentono benedette e protette da Dio.
Il lunedì santo, è l’occasione per vivere insieme la Pabasa. È una narrazione della vicenda di Gesù, dalla sua nascita fino alla sua morte e resurrezione. È cantata utilizzando dei toni particolari, molto facili da memorizzare. I gruppi parrocchiali si alternano in questa “maratona”, che inizia solitamente alle 8.30 del mattino per concludersi verso le 24.
Il Triduo Pasquale è segnato dalla messa crismale, dall’utima cena e poi dall’Adorazione Eucaristica all’altare della reposizione. La tradizione vuole che i fedeli nella sera del giovedì santo visitino sette (7) chiese nelle vicinanze, sostando in preghiera davanti al Santissimo Sacramento. È interessante vedere la devozione con cui intere famiglie si spostano da una parrocchia all’altra per trarre forza dall’Eucarestia.
Il venerdì mattina ci si alza presto per la via Crucis, animata dai giovani. Il “Senacolo”, di cui sopra vi dicevo, è un momento propizio per prepararsi alla venerazione della Croce nel pomeriggio alle 15. In questo giorno, tutta la nazione si ferma. Anche i centri commerciali, che non chiudono neppure il giorno di Natale, il Venerdì Santo sono chiusi.
Il Sabato Santo è un giorno di silenzio, ma in un certo senso la vita riprende... e ci si prepara alla Veglia di Pasqua. Quest’ultima, potremmo dire che si estende fino al mattino quando avviene il Salubong. Questa parola filippina significa incontro. Il Salubong è l’incontro tra Maria, mamma di Gesù e suo Figlio, il Risorto. Solitamente ci raduniamo in due diverse aree della parrocchia. In una, il Cristo risorto accompagnato dagli uomini, e nell’altra Maria che ha il capo coperto da un velo nero. Le due processioni partono e si avvicinano pian piano alla Chiesa parrocchiale dove avviene l’incontro.
Il Salubong avviene sotto un arco preparato per l’occasione, dal quale viene fatto scendere un “angelo”, un bambino, per togliere il velo nero di Maria e mostrare il suo volto sorridente alla vista del Figlio Risorto. Il momento dell’incontro rompe il silenzio che si trasforma in una gioia dirompente al suono di tamburi e di canti pasquali. Il Signore è veramente Risorto... Alleluia, Alleluia!