Ritiro nel nome di p. Spagnolo
La giornata piovosa del 2 maggio non ha scoraggiato il viaggio a Ceggia per vivere una giornata di ritiro, saveriani e saveriane insieme. È stato un bel ritrovarsi tra fratelli e sorelle nel nome della misericordia.
Non possiamo fare a meno della misericordia
È quello di cui ci ha parlato Elena Loi, attingendo alle parole del fondatore delle saveriane, p. Giacomo Spagnolo. Sembrava di risentire papa Francesco, quando ha indetto il Giubileo della misericordia, solo che p. Giacomo parlava 70 anni fa. Nel frattempo, goccia dopo goccia, “l’Onnipotenza misericordiosa di Dio” entrava nel nostro cuore.
Quello di p. Giacomo è un ritornello. Sembra quasi che per lui la misericordia sia qualcosa che ha dalla nascita. E non potendo tenerla per sé, l’ha condivisa con le saveriane. Insiste molto nel dire che dobbiamo essere “riconoscenti, lodare, benedire, glorificare Dio per tutto quello che ha operato in noi e nell’universo; dobbiamo diventare un Magnificat vivente”.
E nella lettera circolare inviata dal Brasile, nel descrivere la spiritualità della congregazione, dice:
“Lo spirito di misericordia scende sul terreno pratico delle relazioni col prossimo, con le sorelle innanzitutto e poi con tutti i fratelli in Gesù. Noi non possiamo vivere senza la misericordia. Essere buoni con tutti, comprensivi, pronti al perdono, come vuole Gesù, e pieni di carità…”.
Ancora più uniti tra noi!
P. Spagnolo conclude ricordando che “per ritenere possibile e sostenibile la nostra vita missionaria è necessario che la misericordia evangelica, in tutte le sue espressioni di comprensione, perdono, solidarietà nel portare gli uni i pesi degli altri, pazienza, correzione fraterna, trionfi nei nostri cuori e nelle nostre opere”.
Le parole di Elena Loi hanno riscaldato il nostro cuore e l’Eucarestia ci ha spinto ancora una volta a sentirci di più uniti tra noi. Poi la condivisione del cibo in fraternità e in allegria, con la fisarmonica di p. Mario, ci ha riportati indietro nel tempo a quando eravamo giovani.
È stato un momento particolare per ricordare le esperienze vissute nelle varie missioni con un po’ di nostalgia.
Gli anni passano per tutti, ma il cuore rimane ancora vivo. Lo spirito di famiglia, di cui parlava san Guido Conforti, lo abbiamo vissuto ed è stato qualcosa di bello.