Qui non c’è tempo per annoiarsi, Bangladesh: "Stat’m buon’!"
Cari amici, la vostra vicinanza e le vostre preghiere sono un incoraggiamento e un sostegno per noi missionari, per continuare ad annunciare e a testimoniare quella fede che il Signore risorto ci ha donato.
È lui che ci ha inviato nel mondo intero a dare a tutti il messaggio di speranza e di gioia.
Nei villaggi in bicicletta
Sono trascorsi appena dieci mesi dal mio arrivo in Bangladesh. Tornare a vivere in questo Paese è stato per me come uno spogliarmi della mia cultura, per cercare di entrare in dialogo con questi fratelli e sorelle del Bangladesh.
Ero arrivato qui insieme ad alcuni amici di Salerno, che mi hanno voluto accompagnare per conoscere un po' questa nazione dalle mille sorprese. Ora mi trovo nella casa del noviziato saveriano, alla quale è annesso anche un ostello. Ospitiamo dieci giovani che frequentano gli studi pre-universitari.
Da aprile, sono incaricato di seguire questo gruppo, che mi tiene a contatto con il mondo giovanile, fatto di tante belle realtà, ma anche di molti limiti. Ogni domenica, con la mia mitica bicicletta rossa, vado in un villaggio, che dista circa 25 minuti. Celebro l’Eucaristia in una comunità di cristiani, neo-convertiti dalla religione hindu. Stiamo cercando di terminare una piccola chiesa, per celebrare la Messa in un luogo asciutto e non nel fango, anche durante la stagione delle piogge.
Momenti duri, momenti belli
Da qualche mese, nel villaggio cristiano vicino alla nostra comunità, il giovedì dalle 17 alle 18, con i giovani facciamo un'ora di riflessione biblica sul vangelo della domenica. È un’occasione per riflettere anche sulla propria vita e su come impegnarci verso gli altri.
Qui a Khulna ci confrontiamo con tante realtà. C’è il mondo dei bambini di strada e il problema dei ragazzi che si avvicinano al mondo della droga. C'è anche grande bisogno di dialogo interreligioso con il mondo islamico, e non solo. Sono alcune delle grandi sfide che noi missionari dobbiamo affrontare in Bangladesh.
Un momento importante è stata l’ordinazione sacerdotale di p. Roky Gomes. Per noi saveriani è stato un giorno di gioia e di ringraziamento al Signore per questo nuovo confratello, il secondo del Bangladesh. Il primo saveriano bengalese si chiama padre Polash ed è missionario nelle Filippine. Padre Roky invece è partito per la missione in Ciad.
Corruzione e solidarietà
Vorrei dire qualcosa anche sulla situazione politica del Bangladesh. Tanti politici sono stati arrestati per corruzione o per aver rubato soldi alla nazione. Il governo attuale sta tentando di portare il Paese alle elezioni, previste per dicembre 2008. Per questo, stanno "registrando" tutte le persone per consegnare loro un documento di identità con la foto, valido anche per votare.
Nello stesso tempo, molte famiglie sono state colpite dall’alluvione che ha spazzato via molte case e raccolti. Questa volta, gli aiuti non sono venuti solo dall’estero, ma dagli stessi bangladeshi che si sono adoperati per aiutare la propria gente. Gli insegnanti hanno offerto lo stipendio di un giorno; come loro hanno fatto anche la polizia, i militari e tante altre persone. Questo è un gesto importante: dimostra che la gente si impegna per migliorare la propria realtà.
In questo mese missionario, siamo invitati a essere testimoni di Cristo, che è venuto in mezzo a noi per annunciare l’amore del Padre. Con lui, anche noi continuiamo questa stessa missione.
Uniti nella preghiera a Dio Padre, vi abbraccio e vi saluto affettuosamente: Stat’m buon’!