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Quanti ricordi ed emozioni!

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Scrivo da Scano Montiferro, paese di origine di p. Giovanni Pes, missionario saveriano tornato alla casa del Padre nel 2008. Ho letto su questo giornale un articolo che mi ha emozionato e mi ha fatto tornare indietro nel tempo, agli anni ’60 del secolo scorso, quando la mia parrocchia collaborava attivamente con p. Giovanni, allora in missione in Congo RD.

Quando tornava per brevi periodi a Scano raccontava, con coinvolgente entusiasmo, tutto ciò che la missione faceva in favore delle popolazioni presso le quali era inviato. Descriveva la loro situazione, le difficoltà, le esigenze e l’operato della missione: non si trattava solo di catechesi, di evangelizzazione, come noi potremmo pensare. Si trattava di anche di rispondere alle necessità estemporanee e correnti: costruiva case per le famiglie, chiese e persino farmacie. Negli incontri nel salone parrocchiale descriveva con ricchezza di particolari, documentando con fotografie e video, tutto l’operato per gli abitanti di Bukavu, di Kaniola, di Kinshasa. E noi imparavamo questi nomi e aiutavamo spontaneamente le persone che vi abitavano.

Quando a Kaniola si costruì la chiesa, con il contributo della diocesi di Alghero-Bosa, p. Giovanni la intitolò alla Madonna di Tutti i Santi, venerata a Scano, come se fosse la patrona. E una pittrice scanese, Angelica Mastinu, dipinse un bellissimo quadro della “nostra” Madonna, che p. Giovanni fu felice di esporre nella sua nuova parrocchia. E quando la chiesa, nel 1991, fu distrutta da un incendio durante la guerra, il quadro rimase appeso alla parete annerita, quasi a ricordare che il legame tra le due parrocchie, tanto care a p. Giovanni e poste sotto la protezione della Madonna, non poteva essere distrutto da nessuna guerra.

Il momento per me più forte e significativo del legame tra la parrocchia di Scano e l’attività missionaria di p. Giovanni si ebbe quando si costruì la parrocchia nella missione a cui era assegnato, Baraka. Era il 1969 e i giovani della GIAC e le ragazze della Gioventù Femminile di Azione Cattolica, di cui ero presidente, organizzarono, coinvolgendo tutti i giovani e tanti adulti, numerose attività: spettacoli per bambini, raccolta di carta per la cartiera di S. Giusta (con la collaborazione dei camionisti scanesi, Vassallu e Mastinu che andavano a portare sabbia dal Campidano) e, soprattutto, un chiosco per la vendita di bibite in piazza, una “barracca”, il mezzo più classico ed efficace per racimolare soldi a Scano durante le  feste.

In occasione de “Sa festa Manna”, la festa della Madonna Regina di Tutti i Santi e dei Santi martiri Errio e Silvano, con lo slogan “Una barracca po’ Baraka”, i giovani vendettero talmente tante bibite da guadagnare un importo tale che, unito a quelli raccolti nelle altre circostanze, fece raggiungere la cifra straordinaria di un milione di lire. Quello fu un momento in cui sentimmo davvero forte il legame con p. Giovanni e la sua famiglia saveriana, che aveva sede a Macomer. Quanti ricordi!



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