Qualcuno lassù ci ama: Cadere dalla moto, svegliarsi sulla sedia
Mercoledì 25 gennaio, come di consueto, lo zio si stava recando in moto al villaggio di Rogonnathpur, a 30 chilometri dalla missione di Satkhira, in Bangladesh, per celebrare la Messa. Era mattino presto: nebbia fitta e strade viscide.
A poca distanza dal villaggio un dosso (non segnalato) gli ha causato una brutta caduta. Padre Enzo ha perso momentaneamente conoscenza, tanto che al risveglio si è trovato seduto su una sedia, sulla soglia di una casetta abitata da musulmani che per primi l'avevano soccorso.
Nel frattempo, viene avvisato p. Gabriele Spiga che da Bagachara, con la sua vecchia jeep, lo ha portato fino all'ospedale di Khulna (due ore di viaggio). Qui lavorano alcuni medici italiani che hanno riscontrato fratture alle coste e alla spalla destra. Ma ciò che più preoccupava era un ematoma alla testa, per cui hanno deciso di trasportarlo, tramite elicottero, fino a Dhaka, allo "Square Hospital", una struttura all'avanguardia.
Le prime notizie erano poco tranquillizzanti, ma per grazia di Dio la situazione, se pur lentamente, è migliorata. Il 29 gennaio ho potuto sentire di nuovo la sua voce e il suo solito: "Sto benone!". È stato per tutti un grande sollievo. Sottoposto a nuovi esami e controlli, ora sta osservando un periodo di riposo e di recupero nella casa dei saveriani a Dhaka. Queste notizie me le ha date lui stesso, via cellulare, dopo essere stato dimesso dall'ospedale.
Anche questa volta Qualcuno ha guardato da lassù, malgrado la nebbia. Grazie a Dio, a chi si è preso cura di p. Enzo e a coloro che ci hanno tenuto informati sulle sue condizioni.