Skip to main content

Promuovere "un’ecologia umana"

Condividi su

Costruire un mondo di pace, partendo dal cuore

Come ogni anno, il Papa ha inviato al mondo il suo messaggio per la giornata mondiale della pace che, anno dopo anno, ha illustrato i pilastri su cui è possibile costruire un mondo in cui si viva da fratelli nella pace. Quest’anno Benedetto XVI richiama tutti noi al rispetto della persona umana, dei suoi diritti inalienabili che la fanno assomigliare a Dio, e ricorda che nessuno può disporne a suo piacimento.

La pace ha un cuore

Questo lo dice soprattutto a "chi gode di maggiore potere politico, tecnologico, economico" di cui non può avvalersi "per violare i diritti degli altri meno fortunati" (n. 4). Benedetto XVI ripete a parecchie riprese - perché questo è in realtà il tema del suo messaggio di quest’anno - che la persona umana è "il cuore della pace" e che il rispetto dei diritti e della dignità della persona umana, di ciascuna persona, è la base su cui si fonda la pace.

Non è una verità nuova, ma è bene sentirsela dire in un tempo in cui i diritti delle persone, soprattutto dei più poveri, sono apertamente calpestati, mentre proprio i più piccoli e i più deboli dovrebbero essere, come dice il sociologo Zygmund Baumann, la misura dell’impegno sociale, politico e, quindi anche, religioso.

Il Papa richiama il diritto di ciascuno alla vita e alla libertà, e in particolare alla libertà religiosa, in un tempo in cui i fondamentalismi la mettono in discussione. E ricorda che "accanto alle vittime dei conflitti armati, del terrorismo e di svariate forme di violenza, ci sono le morti silenziose provocate dalla fame, dall'aborto, dalla sperimentazione sugli embrioni e dall'eutanasia [e poi] le tante ingiuste disuguaglianze nell’accesso ai beni essenziali come il cibo, l’acqua, la casa, la salute", senza dimenticare "le disuguaglianze tra uomo e donna nell’esercizio dei diritti umani fondamentali", per chiedersi: "come non vedere in tutto questo un attentato alla pace?".

La pace ha bisogno di ecologia

Le situazioni tragiche, che persistono malgrado le dichiarazioni ufficiali, rendono evidente il bisogno di una cultura dell’uomo, di una "ecologia della pace", come la chiama il Papa (n. 8), cioè di una "ecologia umana che favorisca la crescita dell’albero della pace" (n. 10). Questo ambiente favorevole alla persona umana è ciò di cui c’è più bisogno. Ma questo esigerebbe "una visione della persona umana non viziata da pregiudizi ideologici e culturali o da interessi politici ed economici, che incitino all'odio e alla violenza".

È quindi urgente sanare l’ambiente seminando intesa, ascolto, accoglienza dell’altro. Bisogna superare ogni complesso di superiorità nei confronti dell’altro e degli altri: di quelli che, persi da noi, sono in mezzo a noi. Finché ad essi attribuiamo, sempre e comunque, le peggiori intenzioni e ad essi si addossano, pregiudizialmente e senza verifica, tutti i mali della nostra società, non promuoviamo quell’ecologia umana che il Papa ci chiede.

Lo stile di Dio Padre

Non possiamo chiudere gli occhi sulla realtà: all’interno delle nostre comunità cristiane si tende a chiudersi in nome della nostra identità cristiana e per salvaguardare la cultura cristiana delle nostre terre. Ma la strada della pace non passa per il confronto e, ancor meno, per lo scontro. Passa, invece, per il dialogo, il rispetto, la tolleranza. In una parola, per quella carità che ci fa assomigliare a Dio Padre, che fa piovere sui buoni e sui cattivi e fa sorgere il sole sui giusti e sui peccatori.

Ce lo ha insegnato il Papa nella visita in Turchia, dove ha conquistato tutti con la sua semplicità umile e ha promosso il dialogo "nella verità e nella carità", mostrando a tutti e in tutti i modi attenzione e rispetto, non polemizzando, cercando di mettere in luce tutto quello che ci unisce e tutto quello che, uniti, possiamo fare insieme.

Questo stile di cercare ciò che ci unisce, prima di ciò che ci pide, è stato la linea di comportamento di Giovanni XXIII, il principio che ha portato al rinnovamento della chiesa nella stagione del Concilio e che l’ha reso così amato da tutti, anche in Turchia.

E se cercassimo di fare nostro questo stesso stile?



Scarica questa edizione in formato PDF

Dimensione 2463.36 KB

Gentile lettore,
Continueremo a fare tutto per portarvi sempre notizie d'attualità, testimonianze e riflessioni dalle nostre missioni.
Grazie per sostenere il nostro Giornale.


Altri articoli

Edizione di Novembre 1998

E' morto p. Piero Calvi, una leggenda vivente

81 anni, 44 passati in Indonesia: un modello per i giovani Sognava di morire in  Missione, a cui aveva dedicato tutta la vita. Invece Dio gli...
Edizione di Agosto/settembre 2018

Sono troppi i falsi profeti…

Domenica 14 ottobre 2018, saranno proclamati santi papa Paolo VI e mons. Oscar Romero. Di quest’ultimo pubblichiamo qui alcuni brani tratti dalle s...
Edizione di Febbraio 2014

In ricordo di Gina Mele in Rossi

Il 13 gennaio scorso la signora Gina Mele (Tommasa), mamma del saveriano p. Andrea Rossi, è entrata nella vita eterna. Ci capita spesso di guardar...
Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito