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Perseguitati, non abbandonati

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Missionari martiri a Santa Croce

Il 24 marzo del 1980 fu assassinato mons. Oscar Romero in San Salvador, mentre celebrava l’Eucaristia. Questa data è divenuta un giorno di preghiera e di digiuno in memoria dei martiri. Ricordare i missionari martiri, celebrare il loro sacrificio significa riscoprire la fede in Gesù; alimentare la speranza in un mondo più giusto; vivere la carità e la solidarietà verso i poveri e i deboli.

Uniti per amare

La veglia di preghiera si è svolta a Torrione-Salerno, nella parrocchia Santa Croce. Hanno partecipato tante persone provenienti da varie realtà della città e dintorni: Coperchia, Caprecano, Bolano, Pellezzano, Rufoli, Matierno e altre comunità. Don Andrea Vece, direttore del centro missionario diocesano, ha presieduto la veglia. Accanto aveva don Giacomo Palo, vice direttore.

Il canto è stato curato, con serietà e competenza, dal gruppo degli adolescenti della parrocchia di Gesù Redentore. Il canto finale aveva come titolo “Unidos”, un invito a camminare uniti nella costruzione del regno di Dio. Diceva il canto: “uniti possiamo avanzare; uniti possiamo amare, uniti possiamo trionfare”.

Hanno donato la vita

Con il canto “Grandi cose ha fatto per noi”, l’assemblea ha accolto la croce, in memoria di tutti i missionari martiri che hanno donato la loro vita abbracciando la croce di Cristo attraverso la loro testimonianza profetica nella difesa dei più poveri.

Sono stati 29 i martiri missionari del 2003: religiosi e religiose, laici e laiche, sacerdoti e seminaristi. Durante la lettura dei loro nomi, è stato completato un mosaico che raffigurava l’immagine di Cristo. Questi nostri fratelli e sorelle sono stati un frammento del volto di Cristo che cammina sulle strade polverose con tutti i poveri della terra.

Tra i martiri è stata fatta memoria anche di Rachel Corrie, la ragazza americana schiacciata da una ruspa israeliana mentre difendeva un gruppo di bambini.

Ricordarli tutto l’anno

La testimonianza del padre saveriano Gabriele Guarnieri, missionario in Brasile, ha offerto diversi spunti per una profonda riflessione sui missionari che donano la vita per il vangelo, testimoniando a tutti i popoli l’amore e il perdono di Cristo.

Padre Gabriele ci ha fatto due proposte: la prima, di mettere nella propria stanza l’elenco dei martiri del 2003 e di ricordarli durante tutto l’anno; la seconda, di regalare a una persona amica la testimonianza di un martire.

Al termine della veglia è stato consegnato un ramoscello di ulivo cui era attaccato un biglietto con un impegno: quello di pregare per un missionario o una missionaria, oppure quello di visitare una realtà di volontariato presente sul territorio.

Solo l’amore conta

L’offerta corrispondente al digiuno fatto, è stata utilizzata quest’anno per la costruzione di alcune piccole chiese in Congo. Concludo con una frase di Annalena Tonelli, la volontaria di Forlì assassinata il 5 ottobre 2003 in Somaliland: “La mia vita ha conosciuto tanti pericoli. Ho rischiato la morte tante volte. Sono stata per anni in mezzo alla guerra.

Ho sperimentato nella carne dei miei, di quelli che amavo, e dunque nella mia carne, la cattiveria dell’uomo, la sua crudeltà, la sua iniquità. E ne sono uscita con una convinzione incrollabile che ciò che conta è solo amare”.

Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa veglia per i martiri: il parroco don Giovanni, il gruppo missionario e gli scout di Santa Croce, il centro missionario, la consulta delle aggregazioni laicali, il movimento giovanile missionario e i missionari saveriani, che hanno coordinato la preparazione della giornata.



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