Per riaccendere la speranza
Padre Claudio continua a tenerci informati sul Giappone colpito dal triplice disastro dell'11 marzo, ore 14 e 46.
Speranza - in giapponese "Kibou": è il titolo del giornalino che gira tra le migliaia di persone rifugiate nel centro di assistenza. Il giornalino è stato ideato da una ragazza di 14 anni, rimasta orfana. Cerca di coinvolgere i compagni e ridare speranza a tutte le persone del paese qui concentrate. Un ragazzo di 16 anni ha fatto richiesta per entrare nella scuola dei vigili del fuoco, per prendere il posto del padre che il giorno dello tsunami ha perso la vita nel tentativo di salvare qualche anziano del paese.
Nello stesso centro, un giovane universitario studente di architettura ha riunito i bambini e ha dato forma ai loro sogni, inventando con loro un plastico fatto di cartone, dove i bambini, inserendo piccole sagome di case, strade, giardini, piante e fiori, hanno ricostruito la loro nuova città con tutto quello che di bello possono immaginare.
Giovani e anziani insieme
A questi ragazzi appartiene il futuro dei paesi colpiti dal disastro. Ma anche gli anziani non son da meno. Incollati alla piccola tv, hanno assistito alla partita di baseball che vedeva la squadra del liceo del distretto giocarsi l'accesso alle finali. La squadra ha perso, ma il commento degli anziani era di orgoglio, perché i ragazzi "si sono fatti onore offrendo il meglio di sé" in una situazione così difficile.
Fra tutte le generazioni, dai nonni ai bambini dell'asilo, c'è questo reciproco orgoglio e fiducia. Guai ad abbattersi! Il proprio scoraggiamento avrebbe ripercussione negativa sugli altri: questo sembra essere il pensiero di ciascuno.
A questi buoni sentimenti si cerca di dare forza in vari modi: i programmi alla tv, le grandi organizzazioni e ditte, le associazioni di volontariato eccetera. Un modo interessante per far giungere alla gente il messaggio che non è sola, e che insieme ci si darà da fare per far risorgere i paesi distrutti.
Chi riceve e chi dona...
Nel frattempo, arriva la notizia che lo Stato si addosserà tutte le spese della ricostruzione, facendo pesare al minimo l'onere finanziario sui distretti colpiti. Questo vuol dire che tutto il paese sarà coinvolto nei sacrifici che si dovranno fare.
Saranno tempi duri quelli a venire, ma saranno questi a ritemprare il giusto orgoglio dei cittadini, con l'augurio che non venga mai meno questo spirito di solidarietà anche nei confronti di altri paesi o popoli in necessità. La presenza solidale e la simpatia riversata da parte di tutto il mondo darà certamente frutto, aiutando i giapponesi a capire che vicendevolmente e contemporaneamente si è sempre beneficati e benefattori.