Per papà Franco Oprandi, Dio era importante
Uno dei ricordi più belli della fanciullezza riguarda la domenica, quando uscivo di casa insieme a papà per andare a Messa e mi mettevo nello stesso banco vicino a lui. Guardavo lui che pregava in ginocchio, con convinzione, e ragionavo: "Se Dio è importante per mio padre, è importante anche per me". Questa esperienza è stata determinante per il mio cammino di fede.
Prima che arrivasse la televisione, era consuetudine recitare il rosario in famiglia. Dopo anni di Bangladesh, tornato a casa, sentendo nostalgia di quella lunga preghiera serale, chiesi a papà di recitare insieme il rosario. Mise subito avanti una bella scusa: "Sì certo, immagina se io recito il rosario con un diavolo come te!". Così mi chiamava: "il diavolo della famiglia". Diceva che ero il capobanda, che ne inventavo di tutti i colori...
Nella malattia, durata sei anni, abbiamo ricevuto ispirazione e forza dalla luminosa testimonianza di Giovanni Paolo II. Facevamo vedere a papà le immagini del Papa, fisicamente debole ma vigoroso con la forza pina.
Voglio pensare che Dio Padre abbia già gettato le braccia al collo di questo suo figlio.
Noi comunque continuiamo ad affidarlo alla sua Misericordia. Arrivederci, papà!