Per convincere i saveriani...
Caro Direttore, ho vissuto un mese e mezzo in un grande centro giovanile in Africa. Dovresti dare più spazio alle testimonianze che vengono da quel centro, per far capire a tutti i saveriani che è meglio aiutare i giovani a crescere assieme, a creare una società tramite i giochi e i campi di lavoro. È meno importante battezzare le persone quando si è in terra di missione!
Sto per entrare in seminario e quindi so bene cosa significhi missione. Io sono sempre più dell'idea che noi possiamo vivere il vangelo senza per forza battezzare gli altri.
Domandiamoci: è così necessario battezzare, o è meglio trasmettere il vangelo con il nostro modo di vivere?
Sono dell'idea che è giusto lasciare a ognuno la propria religione e la propria credenza.
Cordiali saluti,
Marco, via E-mail.
Caro Marco,
innanzitutto mi rallegro per la tua breve esperienza al centro giovanile, al quale abbiamo dato lo spazio che merita un’attività così significativa e faticosa in contesto africano. Ma non scriviamo su questo giornale per convincere i saveriani su cosa sia meglio fare: meglio i mattoni e i giochi, o meglio i battesimi? Tu sei convinto che battezzare non è così importante né necessario; sei convinto che è giusto lasciare che la gente creda quel che crede...
Comunque, io sono convinto che un mattone, una gara di gioco e ogni altro impegno, aiutano la società a crescere meglio, se vivificati dal vangelo e dalla fede in Cristo salvatore.
Avrai sentito parlare di qualche laico che è “più clericale del prete”. Beh, a volte capita che qualche missionario sia più laicizzato dei laici! Ma la missione è un’altra cosa. Basta guardare Gesù e leggere i vangeli. Egli guariva i malati, faceva vedere i ciechi, ascoltare i sordi, parlare i muti; consolava i poveri; a volte, procurava perfino il cibo e il vino...
Con la parola e con i fatti, dava la prova che il regno dei cieli era in mezzo a noi.
E ci teneva molto che tutti avessero fede in lui e nel Padre celeste. A noi, battezzati nello Spirito Santo, ha detto di andare in tutto il mondo, essere suoi testimoni, predicare il suo vangelo a ogni creatura, perché chi crede e sarà battezzato sarà salvo.
Al missionario spetta fare tutto questo, sull’esempio di Gesù. Spetta anche a ogni cristiano e a ogni prete. Nessun altro, come i missionari, fa tanto per l’umanità povera e sofferente: grazie alla generosità di tante persone, costruiamo case per vivere, ospedali per curare, scuole per educare, cooperative per lavorare, pozzi per l’acqua potabile... Lasciamo casa e nazione, amici e comodità, per essere con i poveri del mondo, fino a dare la nostra vita per loro. Ma i doni più belli - che abbiamo ricevuto gratuitamente - sono la fede in Cristo, il vangelo e la chiesa, di cui facciamo parte con il battesimo. Questi sono anche i doni più belli che noi possiamo e dobbiamo fare all’umanità. Mai “per forza”, sempre “con amore”.
Entrando in seminario, caro Marco, avrai certamente modo di riflettere sul vero significato della “missione”. Saluti fraterni a te e a tutti,
- p. Marcello, sx.