Passuello p. Narciso: soave nella debolezza
I proverbi stagionali hanno sempre ragione. Uno dice, d’inverno cadono le foglie; l’altro afferma, d’estate si raccoglie la messe… Comunque, ogni stagione è buona per passare da questa all’altra vita: quando il Creatore chiama, non c’è obiezione che tenga. Anche per i missionari.
Da metà giugno a metà luglio, ben cinque saveriani sono entrati a far parte della “famiglia beata”.
Diversamente vivi, continuano la missione per l’eternità.
Da alcuni mesi era nell’infermeria saveriana a Parma ed è spirato nel sonno all’alba del 14 giugno 2014. Nato a Barbarano Vicentino, aveva compiuto 74 anni. I saveriani l’avevano accolto giovane di 18 anni, ispirato dall’esempio del “buon zio” Giuseppe, missionario in Cina e Indonesia, e del fratello più giovane Mario.
“Coscienzioso, impegnato, aperto e dotato di buona vena comica con cui tiene allegra la compagnia. In tutto gli si può dare fiducia; è uno tra i migliori”.
Non si sentiva adatto a grandi progetti, ma gli piaceva collaborare con tutti nella vita ordinaria. Ha lavorato a Vicenza, a Salerno e soprattutto ad Ancona (dal 1980). Costretto a continue cure per una sindrome bipolare, non ha potuto andare in missione, ma era disponibile e accogliente in ogni servizio: un autentico “servo buono e fedele”.