Pasqua, ricca di pace e di bene
Quando vi giungerà questo scritto, Pasqua sarà già arrivata e saremo entrati nel tempo pasquale che prolunga la gioia del mistero celebrato dopo i giorni della quaresima. Per questo vi giungano - a nome di tutti i confratelli della comunità di Tavernerio - i migliori auguri di buona Pasqua.
Dire Pasqua vuol dire fine della quaresima, inizio di una nuova stagione, come una nuova primavera. La nostra speranza non è fondata su promesse umane, ma sulla certezza che il Signore Gesù, il nostro Capo che era stato crocifisso, è ritornato in vita, anzi ha raggiunto la pienezza della Vita. E la condivide con noi donandoci il suo Spirito. Così, anche noi possiamo sperare, certi che la nostra vita non si chiude in questi nostri giorni e nei confini angusti del nostro ambiente, ma siamo già in qualche modo con Gesù nella pienezza della Vita, insieme a tutti i nostri fratelli e sorelle nel mondo.
Abbiamo bisogno di questa speranza perché, da più di un anno, viviamo giorni di angustia e di preoccupazione per la vita di tanti nostri fratelli, per la pace che non riusciamo a ritrovare e a consolidare. La Pasqua quest’anno non è carica di tutta quella gioia che essa potrebbe avere. Dobbiamo portare ancora con noi e su di noi la sofferenza di tanti fratelli e sorelle, ma ugualmente vogliamo credere che il nostro destino sia la pace e la gioia. Per questo, insieme al Papa continuiamo a pregare il Signore e la Regina della pace.
Forti di questa speranza, permettetemi, amici carissimi, di augurarvi con tutto il cuore buona Pasqua e un tempo pasquale ricco di frutti di bene.