Sabato 17 settembre si è svolto, presso la casa dei saveriani di Tavernerio, Missio Party, evento organizzato dal Centro missionario diocesano di Como, con l’intento di riunire i giovani che durante l’estate hanno partecipato a un campo o ad un grest missionario.
Si sono presentati 30 giovani ed hanno testimoniato la bellezza della loro missione. I luoghi visitati sono stati il Perù, Scampia (NA), Trapani, Imola e perfino Delebio (SO). Dopo averli ascoltati, Eliana, una mamma, ha detto: “Dio ha nascosto qualcosa di bello nel cuore dei ragazzi e da loro nascerà qualcosa di meraviglioso per cambiare il mondo”. La serata comincia con il video del campo “Oltre l’orizzonte”, a Scampia e a Taranto, dei giovani M6 (Sei missione) legati ai saveriani. Andrea mostra la foto della Vela Celeste e afferma: “Sul muretto c’è la scritta Ti amo perché, nonostante il degrado di questo luogo, ti viene da dire Ti amo per la bellezza delle persone che lo abitano”.
A seguire, la testimonianza di Cecilia e Luca, due giovani del gruppo vocazionale, che in agosto hanno percorso le strade di Secondigliano e Giugliano (NA) rincorrendo i bimbi Rom del campo di via Carraffiello. Qui sono presenti 300 persone, di cui 135 minori non scolarizzati. L’attività consisteva nel gioco, nello stare insieme e nelle gite al mare.
Il gruppo Legami è stato a Trapani, precisamente al quartiere Fontanelle. Davide racconta la sete di relazioni vere per i bambini ed i ragazzi di un quartiere in cui si gioca a fare i mafiosi impugnando coltelli di plastica. “Per rendere i ragazzi felici basta esserci e proporre qualcosa di molto semplice come giocare a pallone o disegnare”. Secondo Margherita “il gioco è l’occasione di un mondo nuovo in cui la relazione è al centro”. Ben presto, la casa dove erano alloggiati i ragazzi di Como viene invasa dagli amici di Fontanelle e non c’è più distinzione tra missione e comunione perché le due erano diventate una cosa sola.
Per i ragazzi di Maccio “c’è sempre un buon motivo per vivere”. Ad Imola con l’OMG (Operazione Mato Grosso) hanno raccolto ferro vecchio, rame, alluminio, hanno pulito un bosco in vista della raccolta di castagne. Racconta Camilla: “Arrivavamo a casa sporchissimi, stanchi ma con in testa i racconti della missione, di persone che aspettavano il frutto del nostro lavoro”. Con i proventi del ferro sono arrivati 16mila euro da mandare in Bolivia e Perù.
Tra le testimonianze incontrate c’è quella di don Daniele Badiali, ucciso dai ribelli di Sendero luminoso perché si è offerto come ostaggio in cambio della liberazione di una ragazza italiana. Don Gigi Zuffellato condivide la frase che gli è rimasta nel cuore, “Vado io”, come simbolo della fedeltà al Vangelo fino alla morte. Ed è così che la serata è continuata nella gioia e nell’amicizia attorno alla frase evangelica, icona del Festival della Missione di Milano: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8). È la sintesi del dono della missione della Chiesa, ancora capace di infiammare i cuori dei giovani e di spingerli a “partire per poi tornare” per dare frutto a Como, nel nostro territorio, tra la gente dove Cristo ha ancora bisogno di essere annunciato e incontrato.
