P. Trevisan dai Kayapò; P. Magnaguagno da Kinshasa
Padre Trevisan, apostolo dei kayapó: Pasqua con 2 kg di carne!
Sono al termine del giorno di Pasqua. Anche se in ritardo, sono contento di fare a tutti gli auguri per una santa Pasqua. Sono certo che "Missionari Saveriani" sia arrivato a tanti indirizzi annunciando: "Pace in questa casa!".
Anch'io sono andato "di casa in casa" degli indio kayapó "accampati" nella città di Redenção per augurare la Buona Pasqua e per ricordarne il significato. Ero molto felice per tre motivi. Primo, perché annunciare la resurrezione di Gesù è una notizia straordinaria. Bisogna crederci davvero e allora è eccezionale; se no, è meglio lasciar perdere! Secondo, perché andavo a far loro gli auguri consegnando loro "due chili di carne fresca" (mi dissero di far presto a consegnarla, così gli indio possono mangiarla a pranzo!).
Vedeste che accoglienza, fare gli auguri di Buona Pasqua donando 2 chili di carne!
Sarebbe stato diverso, se avessi augurato "Buona Pasqua" a mani vuote. Provare per credere! Terzo, la carne fresca che portavo alle famiglie kayapó era frutto di una donazione di una persona del posto: sessanta chili di carne!
Questo ultimo punto mi ha reso proprio felice come... una pasqua! Qualcuno di Redenção ha voluto condividere con i kayapó un po' del suo benessere. A me è stato chiesto solo di consegnare il frutto della loro generosità.
È un episodio pasquale, anche se fuori dalle celebrazioni liturgiche. Il fatto mi ha colpito, perché è avvenuto spontaneamente e per questo lo racconto. Quest'anno qualcuno mi ha tolto l'imbarazzo. Infatti, nessun kayapó mi ha chiesto niente. Ha solo mostrato la gioia di ricevere "qualcosa" di un altro fratello anonimo che aveva pensato a loro.
Quando questi gesti di solidarietà si moltiplicheranno a dismisura, allora la Pasqua sarà ancora più vicina per tutti, anche qui a Redenção.
p. Renato Trevisan, sx
Da Kinshasa, dopo le gravi sparatorie: non possiamo tirarci indietro!
Cari amici, i lavori della nuova scuola sono terminati. È davvero bella. Qualcuno, scherzando, la chiama "università". Anche un ambiente di lavoro può dare dignità alle persone che ci lavorano. Ci sono ancora le impalcature, ma sono gli ultimi ritocchi. E poi, non ho debiti. L’ultima offerta, ricevuta dai saveriani di Vicenza con l'iniziativa dei presepi, ha coperto le ultime spese. Ho toccato con mano la Provvidenza divina: sempre puntuale, al momento in cui si credeva di dover interrompere il cantiere. Resta ora da fare la nuova scuola elementare di 12 aule, per far fronte al grande numero di bambini che dobbiamo accogliere a scuola. Ma questo è un altro paio di maniche...
Abbiamo avuto un po’ di sparatorie in città, molto gravi. Il governo voleva disarmare le milizie del vice presidente Bemba. Le sparatorie sono iniziate giovedì 22 marzo a mezzogiorno e sono durate più di 24 ore. Dalla nostra casa si sentivano scoppi e spari. Siamo potuti uscire di nuovo solo lunedì 26. Impossibile spiegare ciò che è successo e il perché. Ci sono stati molti morti (tra 250 e 600, si dice) e feriti, saccheggi, violenze alle studentesse rimaste bloccate nelle scuole della città. Insomma, è stata una doccia fredda per tutti, anche per l’Europa che ha tanto investito per le elezioni e per la pace in questa nazione.
Nonostante tutto, abbiamo fatto il ritiro spirituale, le confessioni e la visita ai malati. L’unica cosa che la gente desidera è la pace, avere il necessario per vivere, un po' di rispetto e di sicurezza, un mondo più fraterno. È la speranza di ogni cristiano. Se non fossimo innamorati di Qualcuno, come potremmo tirare avanti? E se lo siamo, come possiamo tirarci indietro? Ringrazio tutti voi per il grande sostegno che ci date.
Pregate per noi. Io, da parte mia, cerco di ricordarmi di tutti voi.
p. Gianni Magnaguagno, sx