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P. Lorenzato e p. Rossi sono ripartiti

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Per la Sierra Leone e il Bangladesh

Quando i missionari partivano per la prima volta, era d’obbligo cantare, “O mamma, addio!”. Le lacrime scendevano dagli occhi, soprattutto delle mamme. Meno dai missionari partenti, perché cercavano di tener duro. “È giunta, cara mamma, ormai quel giorno; io parto e forse mai farò ritorno”. Il cantante, con le braccia aperte e protese verso le mamme, continuava: “O mamma, o mamma, addio! Dammi col bacio l’ultima tua stretta e lasciami andare a chi mi aspetta”.

Le mamme ci sono ancora...

Quei missionari, una volta giovani e baldanzosi, oggi ripartono, più attempati e con meno capelli. Le loro mamme non ci sono più; una dopo l’altra, sono volate in cielo. Ma i figli ripartono, ricordando ancora le parole del canto. Sentono le mamme vicine, con la potenza della loro preghiera.

Portano ancora, nell’orecchio e nel cuore, le ultime raccomandazioni del ritornello: “Figlio mio, in quelle nazioni, sta’ attento alla gente che viaggia di notte e a quella che esce dalle macchie”. Le mamme, anche in cielo, faranno impazzire angeli e santi, con il loro raccontare a destra e a sinistra, che i loro figli sono i missionari più bravi del mondo e hanno bisogno di grazie speciali...

Dalla comunità di Cagliari, sono ripartiti per le missioni padre Arduino Rossi e padre Giuseppe Lorenzato. Il giorno del saluto, circondati da tanti amici, tra abbracci e baci, i due missionari sembravano più giovani che mai, almeno nel cuore. Padre Giuseppe continuava ad esortare: “Avanti sempre!”. Padre Arduino, invece, invocava preghiere e impartiva benedizioni.

I partenti: “Cagliari, addio!”

I due missionari partenti erano sereni, ma non dimenticheranno la Sardegna. Padre Arduino ha accumulato, in dieci anni di permanenza in quest’isola, centinaia di chilometri di strada, ogni mese, per andare incontro alle richieste di parrocchie e gruppi, e per spendere giornate intere in confessionale, diventando strumento della misericordia divina. Riparte per il Bangladesh, dove ha già speso 22 anni della sua vita missionaria. Ha amato la Sardegna, ma il suo vero amore è per i poveri del Bangladesh.

Padre Giuseppe ha lavorato in Sardegna sette anni. Ora, all’età di 73, riparte per la Sierra Leone. Qui era “rilegato” (la parola è giusta), a causa della guerra; ora torna tra la sua gente. I tanti villaggi che ha evangelizzato gli hanno meritato il titolo di “il missionario”, ma è il richiamo della foresta a esercitare su di lui un grande fascino; non a caso lo chiamiamo “padre Foresta”!

Ci hanno lasciato per l’ideale missionario. Non hanno cantato, “O mamma, addio!”. Con lo stesso affetto ed emozione, ci hanno salutato cantando, “O Cagliari, addio!”. In che strano mondo si muove il missionario...



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