Skip to main content
Condividi su

Quando è giunta la notizia della morte di p. Giuseppe Viotti (12 dicembre 2021) mi è dispiaciuto molto. Era stato mio maestro dei novizi a Nizza Monferrato, nel 1969-1970, un anno straordinario! Eravamo una trentina di ragazzetti di 16-17 anni e tutti noi ricordiamo la sua persona: un uomo buono, un uomo di Dio! . Noi ragazzi del Noviziato gli volevamo veramente bene, perché era una persona semplice. Reduce dal Congo dove aveva vissuto momenti terribili come prigioniero dei Simba nel 1964. Ho avuto modo di rivederlo per alcuni anni in Congo RD, quando ancora era Zaire, quando anch’io ero missionario laggiù. Era famoso per le sue barzellette da... Polo Nord, ma si rideva ugualmente. Un giorno, a Bukavu, stava salendo dal portellone posteriore della Land Rover senza che chi era al volante se ne fosse accorto. Così, il povero p. Giuseppe è volato fuori con serie conseguenze alla spalla. In Zaire la gente gli voleva bene perché sentiva trasparire da lui la paternità di Dio. P. Angelo Pansa, lo ricorda con questo racconto.

Nel 1957 ero nel primo gruppo di saveriani che avrebbe raggiunto la nuova missione nel Congo Belga: p. Catarzi, p. Fellini, p. Tomaselli, p. Viotti, p. Vagni ed io. L’unico che non avevo mai incontrato era proprio p. Viotti. Nell’ottobre 1958 ci siamo incontrati tutti a Piacenza, per poi raggiungere Montecatini e ricevere il Crocefisso dei partenti dalle mani di mons. Ersilio Tonini. Abbiamo fatto due gruppi: p. Catarzi ed io saremmo partiti per primi, gli altri quattro in seguito. Nell’incontro con i vescovi, p. Catarzi fece la proposta ai due più giovani di scambiarci la località: p. Vagni a Uvira ed io a Kiringye. Nella missione di Kiringye le attività pastorali si svolgevano soprattutto nell’altopiano dell’Ituri con safari (viaggi) di oltre un mese.

Passato quasi un anno, sono destinato a Kamituga per affiancare p. Viotti, che aveva qualche problema di salute, anche a causa del clima. Siamo risaliti per le montagne dell'Itombwe, dove saremmo rimasti per un mese intero, fino a dopo Natale. Avevamo con noi due portatori con tutto il necessario. Per il cibo potevamo affidarci all’accoglienza nei villaggi. Dopo due settimane, siamo arrivati al villaggio più importante, l'ultimo da visitare. Si chiamava Mulenge e la maggioranza degli abitanti era dei Banyarwanda. Mancavano due giorni a Natale ed erano giunti al villaggio altri cristiani e catecumeni provenienti da Fizi.

All'inizio di dicembre, con la jeep in dotazione alla missione di Kiringye, ero andato a Kamituga per prendere p. Viotti con i suoi bagagli. Il superiore della missione, p. Van Keep (Padri Bianchi), aveva ricevuto dai suoi familiari olandesi un'immagine del Bambino Gesù in gomma colorata. Gli avevo chiesto di prestarmela, per allestire il presepio a Mulenge. La notte di Natale, dopo la Santa Messa, sullo spiazzo prospiciente la scuola, davanti all'altare, abbiamo deposto Gesù Bambino in un cestello, con il fogliame delle pannocchie di granoturco. All'alba, qualcuno viene a battere alla nostra porta. Era il catechista Stefano: “Wapadiri! Il Bambino Gesù e scomparso!”. Quando usciamo, si sente in lontananza il rullare dei tamburi usati per le danze di festa. Ci dirigiamo verso la piazza, c’era una moltitudine di persone. Tra loro, il Capo villaggio e lo Stregone, entrambi pagani, danzano in circolo. Al centro ecco la statuetta del Bambino Gesù, ben sveglio e sorridente. Al nostro arrivo, il rullio dei tamburi si ferma. Mi rivolgo al Capo villaggio e allo Stregone: “Perché avete 'rapito' il nostro Bambino Gesù?”. “Padiri! Ieri pomeriggio ci hai detto che egli è venuto ad abitare e a vivere con tutti, non solo con i cristiani. Abbiamo voluto accoglierlo nel nostro villaggio, perché siamo contenti che sia venuto anche qui”.

Dopo qualche tempo, le cose in Congo precipitano; la ribellione porta anche alla cattura di p. Viotti da parte dei Simba. P. Angelo con un gruppo di volontari, da Bukavu parte alla volta di Uvira per liberare i prigionieri: un miracolo! Tra missionari e suore sono portate in salvo una trentina di persone. Dopo questi avvenimenti, p. Viotti è vice maestro dei Novizi a San Pietro In Vincoli (RA) e poi maestro a Nizza Monferrato. Rientra in Congo, dove lavora a lungo. È stato anche apprezzato confessore al Santuario san Guido Conforti presso la casa Madre di Parma. I fatti sono narrati nel libro Il quinto comandamento di Valerio Manfredi, edito da Mondadori.



Per approfondire


Scarica questa edizione in formato PDF

Dimensione 2513.37 KB

Gentile lettore,
Continueremo a fare tutto per portarvi sempre notizie d'attualità, testimonianze e riflessioni dalle nostre missioni.
Grazie per sostenere il nostro Giornale.


Altri articoli

Edizione di Aprile 2005

I Saveriani a Bongor, Ciad

(Da: PAOLO e FRANCESCA) La missione di Bongor, in Ciad, è molto grande. Tra zona urbana e dintorni ha circa 90 comunità. I saveriani si occup...
Edizione di Dicembre 2007

Padre Ettore, mago delle fiabe

A Pavia, nell’aula magna del Collegio Ghislieri, il rinomato giornalista e scrittore saveriano p. Ettore Fasolini ha parlato su “Miti, usanze e fen...
Edizione di Dicembre 2006

A colloquio con p. Panichella

Le comunità di base dell’Amazzonia In ottobre, i sei novizi della comunità saveriana di Ancona hanno incontrato padre Alberto Panichella, missiona...
Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito