Notizie della missione in Amazzonia / 3
Durante i mesi della stagione secca (da inizio maggio a fine agosto) la comunità dei villaggi kayapò si trasferisce lungo il fiume, improvvisando l'accampamento. I giovani partono per primi, perché sono loro i responsabili della costruzione delle capanne: un lavoro intenso di mezza giornata e l'ospitalità è garantita.
Quando arriva la famiglia, le donne, tutte con il macete, puliscono il pavimento e il marciapiede attorno alla capanna, lasciandoli senza un filo d'erba: insetti, serpenti e affini perdono il loro habitat. I bambini giocano montando la loro casetta, coperta di foglie di banano. Gli uomini stanno già pescando. Il fiume, in piena durante l'inverno, d'estate scorre lasciando, a seconda dei margini, alcuni laghetti che facilitano la pesca.
La pesca collettiva è sempre un successo.
I pescatori, tutti muniti di un fascio di liane, entrano in acqua, formano un cerchio e, al ritmo del canto, trattengono il fascio di liane con una mano e, con un matterello nell'altra, lo percuotono e lo immergono ripetutamente nell'acqua. La linfa che si sprigiona dalle liane assorbe l'ossigeno dell'acqua e i pesci, intontiti, diventano facile preda. Il pranzo è pronto, e ne avanza anche per la cena.
Quando i laghetti nelle vicinanze dell'accampamento hanno già dato tutto, il capo villaggio negli incontri della sera ascolta il parere degli anziani che conoscono bene il territorio percorso dal fiume, e propone un nuovo accampamento più a monte. E si ripete lo schema: prima partono i giovani, poi la comunità.
Nel nuovo “campeggio” continuano le… “vacanze” del popolo kayapó.