Non vogliamo dimenticarci
Spesso capita di prendere in mano un calendario... Ci sono i mesi, i giorni, qualche frase. Insomma qualcosa che ci ricorda il passare del tempo. Noi qui a Nefa, nella nuova missione del Camerun che è stata affidata ai saveriani, abbiamo avuto un'idea un po' diversa. Insieme ai mesi e ai giorni, abbiamo pensato di mettere un po' di fotografie: non solo quelle dei missionari che qui vivono e lavorano a tempo pieno, ma anche le foto di alcune persone (non tutte!) che hanno deciso di mettere un po' del loro tempo a disposizione della comunità.
Un calendario particolare
È facile dirlo; ma per farlo ci vuole tempo e pazienza. Bisogna cercare le persone e dire loro che ci portino le foto; poi occorre trovare chi paghi le spese e stampare; alla fine, c'è da vendere il calendario a un piccolo prezzo. Questa è stata la procedura che abbiamo seguito. Con orgoglio, dobbiamo dire di essere la prima parrocchia in Camerun ad avere quest'idea originale!
Il calendario è una delle tante cose che stiamo cercando di fare in questa giovane parrocchia, nata il 19 agosto 2007, dove lavorano tre saveriani, p. Adriano Armati, io p. Oliviero Ferro e lo studente congolese Justin Muchapa.
Fango, polvere e polli
Siamo contenti di essere qui. C'è tutto da inventare o quasi. I problemi naturalmente non mancano, altrimenti rischieremmo di annoiarci. Nella stagione delle piogge ci siamo divertiti a... esportare tanto fango. Se volete, ve ne mandiamo un po'. Adesso, nella stagione secca, ci divertiamo con la polvere e naturalmente i raffreddori ci tengono compagnia. Ma almeno possiamo andare anche nei luoghi dove non si poteva, a causa del fango.
Qui a Nefa, siamo nel pieno della zona di allevamento delle galline; ce ne sono centinaia di migliaia, che naturalmente producono uova da esportare in tutto il Camerun e nei Paesi vicini. Per questo, siamo ben riforniti di uova e pollame. Ma a volte viene da chiedersi quale sarà il futuro di questo paese che non si comporta molto bene (per non dire che va abbastanza male).
Sono tutti nostri fratelli
Con la gente, stiamo cercando di camminare insieme. Ci vuole pazienza, da tutte e due le parti. E bisogna rinnovarla ogni giorno. È bello però quando i bambini ti salutano con "Ciao, padre!". Ti riempie il cuore. E ce ne sono tanti e tutti vogliono farti sentire il loro saluto. Sono simpatici e furbi, come tutti i bambini del mondo. Non chiedono niente; solo che tu ti accorga del loro saluto, e sono contenti.
Salutiamo tutti senza guardare alla religione o ad altro. Sono tutti nostri fratelli. Sicuramente il Buon Dio non può dimenticarli: sono i suoi preferiti. Quando passiamo a piedi nei villaggi, salutiamo la gente e ci informiamo dei loro problemi. Tutti sono contenti e meravigliati che noi missionari andiamo a piedi, senza qualcuno che ci accompagni. Qui ogni "capo" di solito è accompagnato e va in macchina.
Quando viene la sera...
Alla sera, c'è un bel silenzio. La gente è nelle proprie case per preparare il pasto serale; i giovani continuano a studiare e i bambini si addormentano sui piccoli sgabelli delle loro case. È il momento più propizio per raccontarci com'è andata la giornata. Anche noi, dopo la preghiera della sera, prepariamo la cena e scambiamo qualche idea. La giornata termina così. A volte c'è una splendida luna, circondata da tutto un seguito di stelle.
Viene da pensare a voi che ci state leggendo, a tante persone che si ricordano di noi, che pregano per noi, ai nostri cari che sono in cielo e al... direttore di "Missionari Saveriani" che ha insistito per farci scrivere qualcosa su questa nostra nuova missione africana. Siamo contenti che ci leggiate e che pensiate a noi.
Non dimenticateci, vi vogliamo bene.