Non rinunciamo alla pace, ma…
Grazie ad Elena Marmaglio di Kemay abbiamo potuto rivolgere qualche domanda a due degli ospiti (Pietro e Anna), in rappresentanza dell’intero gruppo. Le comunicazioni sono avvenute attraverso alcuni passaggi: dall’italiano al russo con Google traduttore, la lingua dei segni (Anna sente e parla ma è moglie di un uomo sordomuto) e… ritorno.
State bene?
Sì, stiamo bene. Ci siamo ambientati abbastanza velocemente. Il clima è buono. Pietro è arrivato qui su consiglio di amici e conoscenti. Il bisogno principale, ora, è quello di mandare i figli a scuola (cosa che è avvenuta dopo Pasqua). Ma sono già stati in passato in Italia, per visitare Roma e Venezia. Brescia ci è piaciuta e potremmo restare, se troveremo un lavoro.
Da dove venite?
Pietro e la sua famiglia arrivano da Nikolaev, io da Zaporizhzhia, le altre famiglie sempre da Zaporizhzhia e da Odessa. Alcuni di noi si conoscevano già.
Che notizie avete da casa?
Siamo sempre in contatto. A Zaporizhzhia non rimane quasi nessuno. Gli ultimi se ne andranno presto. Pietro comunica con gli amici, anche se non ci sono mai buone notizie e la situazione peggiora giorno dopo giorno.
Era prevedibile tutto ciò dopo i fatti del 2014?
Ci aspettavamo qualcosa, ma non di questa portata. Ciò che sta accadendo era impensabile.
Come spiegate ai vostri bambini la guerra?
Siamo riusciti a lasciare le nostre città prima che accadessero fatti gravi. Stiamo spiegando poco a poco, per non traumatizzarli troppo.
Il rapporto con il popolo russo…
Una volta eravamo amici. Ora molti russi sostengono la guerra e noi ci sentiamo impauriti e offesi. C’è una propaganda così forte in Russia che i nostri parenti e amici che vivono in Crimea non credono a ciò che si dice e accade.
La guerra continuerà a lungo?
È difficile dirlo, ma la Russia sta spendendo molte energie, soldi e sforzi…
E i rapporti tra la chiesa di Kiev e quella di Mosca?
Le tradizioni, i riti sono gli stessi, ma cambiano i responsabili e la politica religiosa.
Le parole di papa Francesco sembrano cadere nel vuoto…
Alla Russia non interessano le richieste di aiuto o di pace. Kirill benedice le truppe, prima di partire per la guerra.
Cosa vi aspettate dall’Europa e dall’Italia?
Per ora solo aiuto.
Sull’invio di armi, attuato da numerose nazioni?
È inutile negoziare la pace con la Russia, perché se ne parla da molto tempo senza che si faccia nulla. La Russia vuole solo vincere la guerra. Ed ora è ciò che vuole anche l’Ucraina, che però non ha rinunciato alla pace. Per ciò che vediamo, purtroppo, non sembra esserci soluzione diversa da quella militare.
Ha collaborato Elena Marmaglio