Nel ricordo di p. Bruno Calderaro
Sono passati sei anni dalla morte di p. Bruno Calderaro, con cui ho condiviso gli anni di missione in Camerun. Era un uomo dedicato completamente e solamente alla missione. Tutto di lui era "missione". La notte non dormiva, così passava il tempo ad informarsi sulle notizie della Chiesa, sulla politica italiana e in maniera particolare approfittava per scrivere il Catechismo e i vari documenti per l'animazione delle Comunità di Base. Durante gli incontri comunitari raramente prendeva la parola. Ascoltava ciò che gli altri confratelli dicevano, con tanta pazienza. E se doveva dire qualcosa l’esprimeva in maniera sintetica e precisa. Aveva un grande rispetto per gli altri. Soffriva nel vedere la testardaggine o le prese di posizione di qualcuno. Era molto affettuoso e rispettoso. Chiamava le catechiste e le donne: “principessa”. Era generoso.
Una volta, mi chiesero cosa il padre amasse. Io risposi: “i biscotti”. Gliene regalarono un cartone che lui ha conservato per la festa della fine dell’anno catechetico per distribuirli ai bambini. Se n’è andato che era ancora attivo. Indossava un paio di pantaloni super usati e nelle tasche due rosari. Il tuo esempio lo porto ancora con me.