Nel ''Messaggio'' un diritto per tutti
Siccome il Messaggio del Papa ("Libertà religiosa, via per la pace") si apre ricordando che i cristiani sono il gruppo religioso che è maggiormente perseguitato, certi hanno concluso che il tema di quest'anno è dettato da interessi "interni" della chiesa e non si rivolge a tutti. Per questo, il portavoce del Vaticano, p. Federico Lombardi, analizzando l'affermazione incriminata, ha ammesso che questa "è una delle affermazioni che più colpiscono nel Messaggio del papa, perché molti continuano a vivere nella falsa idea che i cristiani siano generalmente in posizioni di potere e che ad essere discriminati siano generalmente i seguaci di altre religioni, magari per colpa dei cristiani... ma non è questo il centro del Messaggio".
Il papa guarda al mondo, "al bene di tutta l'umanità, appellandosi alla dignità della persona umana, di ogni persona umana, e rivendicandone un diritto fondamentale (...). Non è quindi un messaggio solo in favore dei cristiani, che rivendicano per tutti il diritto di cercare Dio, riconsocerlo e onorarlo nella loro vita, personalmente e insieme agli altri". Se questo diritto, che è di tutti e per tutti, non viene rispettato, non è immaginabile costruire una comunità pacifica, perché prevarranno i fanatismi, i fondamentalismi e il secolarismo aggressivo che "sono nemici della vera pace".
Il Messaggio, che chiede il rispetto della libertà religiosa, costituisce una riflessione nuova e originale che è "seconda solo al documento conciliare Dignitatis Humanae, che ha segnato per la chiesa l'apertura a questa dimensione", scrive Lucetta Scaraffia (Osservatore Romano, del 18.12.2010). Dopo il concilio, la chiesa ritiene di essere in grado di spiegare le ragioni di quest'apertura, ma sa anche di aver assunto un nuovo impegno in questa fase di continuo confronto con la secolarizzazione avanzante.
Del resto il papa afferma che la libertà religiosa non ha nulla a che vedere con il relativismo, il quale nega l'esistenza stessa della verità.