Skip to main content

Natale in Am.Latina: ''Veniamo dal cielo e vi torneremo'', i Kayapó

Condividi su

Il Natale tra il popolo indio kayapó dell'Amazzonia Brasiliana è la festa più sentita e più vissuta. Un'affermazione azzardata la mia, e anche imprecisa, se messa a confronto con il Natale celebrato dal "popolo cristiano".

I kayapó celebrano il Natale nei loro villaggi leggendo, cantando e pregando con la Bibbia in lingua kayapó. Chi di loro però nel giorno di Natale si trova a Redenção (il grosso centro fuori dalla loro "riserva", dove noi missionari abbiamo costruito un punto di appoggio per loro), volentieri sosta estatico davanti al presepio per contemplare i personaggi che lo animano: Gesù Bambino, la Madonna, san Giuseppe, i re magi, i pastori...

Il rituale del "nome bello"

Gli indio kayapó comunque, a partire dalla loro cultura, offrono a noi missionari uno degli agganci preziosi per legare il Natale cristiano a una delle loro feste importanti: la "nominazione", cioè la celebrazione in cui i nonni kayapó danno "il nome bello" ai loro nipoti, maschi e femmine. "Il nome bello" legherà così in modo definitivo la persona al suo clan e al villaggio in cui vive e di cui farà sempre parte, impegnandosi a collaborare per il bene comune.

Non è ancora il Natale cristiano, ma non è neanche una semplice favola! È qualcosa d'altro che, a partire dalla nascita e dal nome solennemente ricevuto dai nonni materni o paterni, segnerà il bimbo e la bimba kayapó per tutta la vita. A partire da un noto mito sull'origine del popolo kayapó, ecco cosa ci racconta Bepkàti, uno dei nostri maestri kayapó, nostro amico e informatore.

Gli antenati scesi dal cielo

Il popolo kayapó è un popolo della foresta, di raccoglitori e cacciatori. "Nei tempi antichi, molto antichi, i nostri antenati abitavano in cielo" - racconta Bepkàti - "noi veniamo dalla terra di lassù" - e così dicendo punta il dito e gli occhi verso il cielo. "Bepgorôrôti, ancestrale kayapó, stava cacciando un armadillo che, per sfuggire alla cattura, con il suo musetto appuntito si aprì un varco bucando la crosta del cielo, calandosi con una corda fino a toccare terra, proprio qui dove siamo noi...

Il cacciatore kayapó non aspettò oltre; radunata in fretta la famiglia, scese per la stessa corda di burití (fibra vegetale di cui sono fatte le corde degli archi per la caccia e la pesca kayapó), fino a terra per inseguire l'armadillo. Non ci volle molto a prenderlo e a preparare, sul posto, un buon pranzo per sé e la famiglia. Per la sessa corda scesero altre persone. Molti altri rimasero lassù.

"Guardate, guardate il cielo pieno di stelle" - continua Bepkàtí - "quelle stelle, sono i bivacchi degli indio che sono rimasti lassù. Ed è là in cielo che un giorno noi kayapó torneremo, perché è di là che siamo venuti!".

Il volo verso la casa del Padre

Il Natale per il popolo kayapó rappresenta l'ansia e il desiderio di un mondo migliore, dove tutti si conoscono e stanno bene insieme, felici, senza malattie e senza paure, per sempre! Il nostro annuncio cristiano è questo: "GESÙ è venuto a Natale per insegnarci la strada migliore per tornare in cielo, alla casa del Padre". Questo annuncio è la ragione per cui noi missionari siamo tra i kayapó!

Gli splendidi ornamenti di piume usati dai kayapó durante le loro celebrazioni, specie quella del "nome bello" dato ai bambini, diventano strumenti allegorici, non solo per rendere bella la festa, ma per esprimere il desiderio del volo...: un volo che porta fino "alla casa del Padre".



Scarica questa edizione in formato PDF

Dimensione 2586.36 KB

Gentile lettore,
Continueremo a fare tutto per portarvi sempre notizie d'attualità, testimonianze e riflessioni dalle nostre missioni.
Grazie per sostenere il nostro Giornale.


Altri articoli

Edizione di Marzo 2008

"Benvenuto!" a Parma, mons. Solmi

Mons. Enrico Solmi, consacrato vescovo domenica 9 marzo nella cattedrale di Modena, dopo Pasqua farà il suo ingresso in diocesi di Parma come nuovo...
Edizione di Giugno/Luglio 2017

A Dhaka, libreria nel nome di p. Silvano Garello

Il 10 maggio, presso la casa Saveriana di Asad Gate, a Dhaka, in Bangladesh, abbiamo inaugurato una piccola libreria dedicata a p. Silvano Garello,...
Edizione di Dicembre 2012

Un ex allievo saveriano pugliese a Hebron

Un ex-allievo saveriano ci manda un saluto da Hebron, dove è osservatore dell'Onu. È il sig. Laino Damiano, nato a Grottaglie (TA), da molti anni l...
Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito